Centrosinistra, è ora di scelte “Radicali”

Dalla Rassegna stampa

«Inutile girarci intorno, Sergio Chiamparino è l’uomo delle fondazioni bancarie, quella cupola percepita dai cittadini come il male assoluto». Quindi «se vuole scrollarsi di dosso questa etichetta dovrà rimettersi al voto popolare attraverso le primarie». Parola di radicale, parola di Silvio Viale, che sarà pure un ultras delle consultazioni e - per formazione - della democrazia diretta, ma non ha tutti i torti quando definisce «cerchiobottista» l’atteggiamento del Pd che «è disponibile alle primarie, però se non le facciamo è meglio». E dire che lo stesso Viale firmò la lettera-appello di 200 amministratori democratici (lui ha la doppia tessera Radicali-Pd) che chiedevano un ritorno sulla scena politica dell’ex primo cittadino, per lanciare la sfida a piazza Castello. Detto questo, «servono le primarie, perché serve dare al nostro candidato un’investitura popolare, proprio come quella che ebbe Piero Fassino. E forse se le avessimo fatte anche nel 2010 le cose sarebbero andate diversamente». E poco importa se oggi non c’è un Davide Gariglio pronto a contendere lo scettro al vecchio leone post Pci (anzi quando ha parlato anche lui di primarie, quasi da segretario in pectore è stato silenziato nel giro di poche ore). Per la causa, Viale sarebbe addirittura disposto a sacrificarsi e scendere in campo. Valuterà poi il Pd se si tratta di un competitor abbastanza “serio”, come da richiesta del segretario Morgando: “Solo primarie serie”.

Impegnato nella prima riunione del Comitato nazionale dei Radicali, organo di cui è stato rocambolescamente eletto presidente, dopo aver perso la carica di presidente per via dell’eterna diatriba con Marco Pannella, Viale in una lunga telefonata con Lo Spiffero riprende anche la questione dell’iniziativa politica di un centrosinistra – Pd in primis – che finora è rimasto ad assistere agli eventi, annunciando e ritirando le dimissioni in un battibaleno e in perenne attesa di una manina salvifica dalla magistratura o da Matteo Renzi. «Renzi o non Renzi, le opposizioni dovrebbero organizzare tutte insieme una grande manifestazione contro questa maggioranza. Una mobilitazione di massa per chiedere a Cota di staccare la spina». Un appello che Viale rivolge «anche ai grillini, perché qui non parliamo di un patto per governare, ma di permettere ai cittadini di tornare a votare per non lasciarli nelle mani di una maggioranza screditata e impossibilitata a governare».

Ma Viale non è l’unico che prova a sferzare i democratici. Sul tema, ieri, è intervenuto anche il deputato di Scelta Civica Mariano Rabino, vice segretario del Pd piemontese trasmigrato su lidi centristi proprio all’indomani della Caporetto elettorale del 2010. «Mi chiedo cosa aspettino i consiglieri del Pd a dimettersi» afferma a margine dell’assemblea dei montiani piemontesi, che si è tenuta ieri all’hotel Luxor, la prima dopo la scissione con l'Udc. Un incontro al quale hanno partecipato circa 200 persone, servito anche a preparare “l’evento regionale-nazionale che si terrà l’8 febbraio alla Gam di Torino” come si legge in una nota inviata alla stampa. Insomma, Scelta Civica prova a rialzare la testa, in vista del prossimo appuntamento elettorale. L’alleanza è a un passo: «Al 99 per cento – dice Rabino – siamo con Chiamparino».

 

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