La CEI non paga l'Ici e critica la manovra

Dalla Rassegna stampa

Per i Vescovi la manovra di Monti doveva essere più equa. Secondo monsignor Bregantini, dalla presentazione della manovra si ricava l'impressione che "si poteva fare di più sui redditi alti con l'Irpef mentre, aggiunge, "bisogna essere molto attenti sulle pensioni e forse le misure andavano presentate in contemporanea con quelle per la ripresa. Sarebbe stato forse più opportuno mettere tutte e due le mani insieme, la mano sul fisco e sulla crescita".

"A questo punto - prosegue il responsabile Cei - si deve puntare sulla seconda fase organizzando molto bene l'aspetto della ripresa", essendo "propositivi". "Il mondo sindacale guarda con preoccupazione" alle mosse del governo, osserva ancora l'arcivescovo, "ma sarebbe opportuno dialogare per poter arrivare a delle proposte precise soprattutto nel settore dove tutti facciamo fatica, quello della precarietà giovanile". Bregantini auspica inoltre nuove misure a favore della famiglia e il sostegno della politica al governo Monti. Ma i Radicali protestano perché la Chiesa, ancora una volta, pur protestando, resta immune dai sacrifici degli italiani.

"Ha davvero una gran faccia tosta la Cei a obiettare che la manovra avrebbe potuto essere più equa - dice Mario Staderini, segretario nazionale Purché a pagare siano gli altri e non la Chiesa, evidentemente. Tanto per cominciare, infatti, sarebbe stata più equa se avesse abolito l'esenzione dell'Ici anche per le attività commerciali degli enti ecclesiastici e similari, piuttosto che fare cassa sulle prime case degli italiani".

"Da un primo esame delle misure risulta ancora troppo timido il ridimensionamento della spesa pubblica, che - conclude Staderini - avrebbe dovuto costituire il nucleo centrale dell'intervento di emergenza e che invece vede ancora prevalere le nuove tassazioni".

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