Il Cavaliere vuole evitare la paralisi e va in pressing su Tremonti e Carroccio

Dall’assedio Silvio Berlusconi ha provato ad uscire per un giorno trasferendosi in Sardegna, ma quando nella serata di ieri ha chiamato un paio di suoi collaboratori per informarsi sulla giornata, ha compreso come il clima sia ulteriormente peggiorato A preoccuparlo non è stato tanto il congresso di Fli e il discorso di Gianfranco Fini («quattro gatti e in litigio tra loro»), quanto la riuscita delle manifestazioni delle donne contro il metodo-Ruby. Una mobilitazione avvenuta con mezzi (internet e social network) che hanno forse dato un colpo mortale alla tv, mezzo di comunicazione sinora preferito dal Cavaliere, e alla strategia dei «mortiferi videomessaggi», come li definisce un ministro.
Ovvio quindi che nel Pdl, e nella testa del Cavaliere, riprendesse subito l’idea di organizzare altre piazze in difesa del governo (non certo contro i giudici), ripiegando per il momento con l’ennesima intervista all’alba su una sua rete. Al Capo dello Stato un governo che organizza e scatena le piazza non sembra piacere, ma il Cavaliere intende ribattere colpo su colpo ad una strategia che, a suo dire, «tende ad isolarmi nel palazzo e nelle piazze». L’irritazione per le bordate del capo dello Stato, il Cavaliere non l’ha certo smaltita e le nota di ieri dei capigruppo del Pdl ne è una conferma Soprattutto perché Cicchitto e Gasparri hanno tentato di respingere quel concetto di ‘paralisi’, evocato dal Quirinale, che rischia di far presa sulla Lega e anche su quell’elettorato moderato che comincia ad essere stufo di contrapposizioni ed invoca le urne. Il Carroccio, per ora, resta l’alleato fedele, e l’attesa del federalismo sembra aver congelato i rapporti con Berlusconi e il Pdl. La maggioranza continua però a non avere i numeri nella Bicameralina di La Loggia, così come nella strategica commissione Bilancio guidata dal leghista Giorgetti che a fine dello scorso anno dovette trattare con il centristra Tabacci (Api) per spuntare il via libera alla legge di stabilità. Il nervosismo della base del Carroccio si coglie anche nelle parole di Maroni (una legislatura a rischio») e nell’attacco dei giornali di famiglia al ministro più vicino alla Lega, Giulio Tremonti, accusato ieri nuovamente da Giuliano Ferrara di non allargare i cordoni della borsa fregandosene, di fatto, dei vincoli europei. E così se un ministro leghista invoca l’Europa e non la Padania per fronteggiare gli immigrati, l’Elefantino fa l’opposto e non difende più Maastricht e i suoi vincoli, come faceva sino a un anno fa, unendosi ai falchi che, un po’ "tafazzianamente” , picchiano duro sul ministro che gode di maggior credito a Bruxelles.
Dal bunker di Arcore a quello di palazzo Grazioli, Berlusconi si trasferirà domani in vista dell’incontro che avrà mercoledì con il presidente russo Medvedev, mentre venerdì parteciperà alla cerimonia per l’anniversario dei Patti Lateranensi con i cardinali Bertone e Bagnasco. Due appuntamenti di fuoco per il Cavaliere, intermezzati dalle decisioni che prenderà il gip del tribunale di Milano sui processi relativi all’affaire-Ruby. Il russo Medvedev torna a Roma per convincere il Berlusconi a rompere gli indugi sul nucleare avviando l’intesa per l’utilizzo, nei progetti italiani, della tecnologia russa contenuti in Egnitor. Uno sbocco che crea apprensione Oltreatlantico per la dipendenza che un paese strategico come l’Italia avrebbe da Mosca già con il gas.
Ancora più delicati i festeggiamenti di venerdì per l’anniversario dei Patti Lateranensi. Difficilmente i cardinali Bertone e Bagnasco potranno accettare la foto opportunity senza dire nulla sulle note vicende, anche perché le piazze italiane ieri si sono riempite anche grazie a molti cattolici. Inoltre ad inquietare le tonache il rinnovato feeling del Cavaliere con Marco Pannella, ormai di casa a palazzo Grazioli.
© 2011 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU