Cav e Prof non valgono un Bersani

Dalla Rassegna stampa

Ai nastri di partenza erano in quattro. In rigoroso ordine di sondaggio: Pier Luigi Bersani, Silvio Berlusconi, Mario Monti e Beppe Grillo.Ma se non ci sarà un cambio di marcia il destino della gara è già segnato. Berlusconi (20,3%) e Monti (15,1%) messi insieme, infatti, non valgono Bersani (38%) che è partito prima dello start. E l'arrivo dei rinforzi leghisti per Berlusconi non bastano a cambiare l'arrivo al traguardo (24,6%). Mentre Grillo (13,4%) cede un po' il terreno alla coalizione verde-arancione. Certo, il Cavaliere sembra avere una marcia in più nel recupero dei consensi perduti: il Prof, infatti, non sfonda; anzi pesca tra gli elettori di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini invece che nel voto di opinione. Il dato emerge dall'ultimo Osservatorio politico nazionale (del 2 gennaio) di Lorien consulting pubblicato in esclusiva da ItaliaOggi.

Bersani è partito prima

«Bersani è evidentemente avvantaggiato perché è partito prima con una proposta a tutto tondo», spiega il direttore di Lorien, Antonio Valente, «ora non deve far altro che abbassare i toni, mentre Berlusconi ha l'esigenza di esasperarli portando alle urne più elettori possibili (infatti, fra il 40% degli indecisi al voto la quota maggioritaria sembra essere composta da elettori già Pdl e Lega). Monti, invece, deve stare attento a non bruciarsi», conclude Valente, «comunque parte terzo e deve realizzare il voto di opinione». Il percorso del segretario Pd è quello che appare più lineare: è l'unico fra i principali quattro contendenti che si è candidato e vuole palazzo Chigi visto che anche Berlusconi getterà la spugna in caso di vittoria per volere di Roberto Maroni (che così tenterà la difficilissima scalata alla presidenza della Lombardia). Monti e Grillo hanno il loro nome sul simbolo, ma non sono in lista.

Udc e Fli nel pentolone Monti

Va detto che i partiti che sostengono Monti vengono cannibalizzati dal Prof. L'Udc di Casini è la più penalizzata: oggi sotto il 4% dei votanti, ma il Fli «è quasi del tutto assorbita», spiega Valente, «mentre Italia Futura se si presentasse sarebbe al limite della soglia del 2%». Ciò in un quadro in cui Monti ha un bacino potenziale di quasi dieci milioni di elettori di cui oltre un terzo sostiene che non voterebbe alcun partito.

Uno scenario da Oscar

Prima dello start i leader farebbero bene a considerare gli scenari raccolti da Lorien. Monti, infatti, con la lista unica anche alla Camera potrebbe aspirare al 21,1% (contro il 20,2% dell'ipotesi contraria) insidiando così più da vicino la coalizione di Berlusconi. Ma la vera sorpresa potrebbe essere Fermare il Declino di Oscar Giannino che non è destinato ad un flop; anzi può aspirare al 6% e dunque sarà ancora corteggiato.

 

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