Il Cav alla ricerca di stampelle per il governo

Dalla Rassegna stampa

Per la legge del contrappasso, mentre gli infuriati tifosi milanisti lo contestano per l'immobili smo sul calciomercato, Berlusconì e impegnato in una campagna acquisti senza sosta. Ma nella fila di senatori e deputati. Perché nei due rami del Parlamento la maggioranza «balla» Alla Camera, secondo i calcoli, sarebbe sotto di otto voti. Ed al Senato sopra soltanto di tre unita. Il primo a rispondere all'appello e stato lui: ex Ppi, Cdu, Udeur, Margherita, Pd, Mpa, Riccardo Villari (che ha in tasca anche la tessera dei Radicali) si sarebbe fatto sedurre dal Cavaliere. L'ex presidente della Vigilanza Rai si è incontrato nei giorni scorsi col premier. Iscritto al gruppo misto, la prima riserva di caccia di Berlusconi, Villari è nel frattempo diventato consulente (gratuito) del governatore campano Caldoro. La collaborazione con la giunta riguarderà la internazionalizzazione e i fondi comunitari. Altro contrappasso: Villari fu eletto col Pd ma divenne presidente della Vigilanza Rai su idea del vecchio amico Italo Bocchino, che scippò all'opposizione la poltrona di garanzia, già destinata a Zavoli. Come andò a finire si sa: il senatore fu espulso dai democratici. E oggi vira verso il Pdl, quando a essere silurato dal suo partito è proprio Bocchino. Ma la caccia grossa di Berlusconi continua. Nel mirino sono finiti i liberaldemocratici, iscritti anch'essi al misto. Eletti in quota Dini col Pdl, la minitruppa di Tanoni e della Melchiorre e di Grassano era scivolata all'opposizione. Adesso Berlusconi ha ripreso a corteggiarli. «Siamo pronti all'astensione sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo» annuncia il coordinatore del partito, Italo Tanoni. E con una punta di stizza precisa: «Gli esponenti di Ld assumeranno le, proprie determinazioni, senza alcun condizionamento o pressioni di sorta, così come è scritto nel dna della tradizione liberai democratica di cui sono espressione Ma se anche il premier avesse riconquistato 3 soldatini alla causa, sarebbero ancora troppo pochi. Ecco quindi puntare alla strategia del figliol prodigo. Palazzo Grazioli punta a recuperare dalla diaspora finiana quanti più elementi possibile. È in corso un pressing contro i reprobi. Telefonate, sms,appelli per un vis a vis col capo. Sul tavolo, promesse e blandizie di futuri incarichi. Tolti i falchi (Briguglio, Bocchino, Granata, Menia), Berlusconi è convinto di riabbracciare più d'un fedelissimo del presidente della Camera. A cominciare da quelli al governo. Senza escludere le colombe e i pontieri. Come il deputato Paglia, che ha già comunicato ai colleghi del Pdl l'indisponibilità a votare contro il governo. Il Cav. non dispera neppure di tornare a casa con qualche scalpo centrista. A vuoto per ora le profferte a Dorina Bianchi e Renzo Lusetti. Quest'ultimo un vecchio pallino di Silvio, che in passato tentò di candidarlo con Forza Italia, ricevendo sempre un no. Senza esito anche l'abboccamento con Rutelli, altro evergreen delle campagne acquisti berlusconiane (anche lui ha sempre rifiutato le avances). Ma l'Api ieri ha piuttosto iniziato un confronto coi finiani. Non si agita soltanto Silvio. Si muove anche il solito Bocchino.

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