Caso Lazio, Casini avverte: fra Bonino e Polverini, Udc col Pdl

Dalla Rassegna stampa

Mentre il Pd si divide e s’interroga sulla candidatura di Emma Bonino, i centristi di Casini hanno già scelto: se quello sarà il duello, l’Udc sceglie l’alleanza con il Pdl per eleggere a governatore del Lazio Renata Polverini. Il leader ricorda che l’Udc ha già condiviso le posizioni sindacali e quelle per il quoziente familiare della Polverini. Dunque, come era già prevedibile, il Pd non avrà il sostegno centrista. Il presidente della Provincia, Zingaretti, nel ruolo di esploratore, ha una linea chiara: se i moderati del Pd non vogliono la Bonino candidino un loro esponente di spicco. Contro la candidatura della Bonino s’è schierata infatti una bella fetta dei cattolici ex popolari, la Binetti minaccia di lasciare il partito. Mentre il fronte laico e di sinistra appoggia convinto l’esponente radicale. Nell’ancora ipotetica sfida Polverini-Bonino, i centristi dell’Udc stanno con la prima. Non è una sorpresa, come ammette anche Pannella, ma Pier Ferdinando Casini ha già rotto ogni indugio sulla Regione Lazio: «Se la scelta dovesse essere tra Bonino e Polverini, noi e il nostro elettorato siamo per la Polverini, della quale abbiamo condiviso le posizioni sindacale e soprattutto quella per il quoziente famigliare». Dunque, la patata bollente resta tutta nelle mani del Pd che non ha più speranza di agganciare i centristi e che deve comunque trovare un candidato all’altezza che faccia dimenticare all’elettorato deluso il caso Marrazzo.

Emma Bonino è nome di prestigio internazionale, e già un avversario temuto. Basta scorrere le dichiarazioni che vengono dal centrodestra K da Storace a Cicchitto Kche avvertono come non vada «sottovalutata». Nel Pd la grana si fa grossa, perché tutto il fronte cattolico-ex popolare si ribella all’idea che sia una radicale simbolo della laicità più intransigente a guidare lo schieramento di centro sinistra. Il presidente della Provincia, Zingaretti, ha chiuso l’esplorazione sui nomi. Il fuoco di sbarramento degli ex ppi è forte. Uno per tutti, Castagnetti, che lancia Silvia Costa e chiede un nome targato Pd: «Bo-
Knino non mi pare competitiva con la Polverini: non è laziale, è molto connotata dal punto di vista ideologico, e non lo dico dando un giudizio di merito, è l’immagine dei Radicali da sempre». La Binetti minaccia di lasciare il Pd. A questi, Zingaretti e Bersani, rilanciano: si candidi allora un esponente cattolico di rango. La sfida tra due donne resta comunque come una grande novità, e le due possibili avversarie, Polverini e Bonino, si sono scambiate ieri segnali di grande fair play e di stima reciproca. «Stimo Renata e penso che nessuna delle due ne uscirà battuta se sapremo dare vita a un confronto civile, se sapremo liberare la politica da questa nausea che riesce a provocare in tutti», dice Emma. E la replica: «Faccio gli auguri a Emma che è una donna che stimo».

Altri problemi per il Pd sono in Puglia. Dove Vendola reclama le primarie e non ha alcuna intenzione di lasciare libera la strada al moderato Boccia che garantisce al Pd l’appoggio dell’Udc. «Non è vero che ho sentito Boccia. Politicamente non ho molto da dirmi con lui: aspetto di sapere se ci saranno le primarie, fuori da questo schema non è possibile alcuna convergenza»: ecco cosa dice Vendola. Altro problema del Pd è l’Umbria, dove lo statuto impedisce alla Lorenzetti di ricandidarsi e dove all’ipotesi della ex ds Sereni i “margheriti” contrappongono invece il nome di Gianpiero Bocci.
 

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