Le carte e i radicali

Dalla Rassegna stampa

Nella stanza in cui si sono svolte le tre riunioni della direzione, almeno all`inizio, si è respirata una buona aria. Poi, gradualmente, sempre meno. Alla fine dei tre atti, proprio come in teatro, cioè al termine delle tre riunioni, l`aria era ormai divenuta asfissiante, fumosa, viziata. E l`energia positiva dei lavori congressuali si era trasformata in un clima avvilente e refrattario a qualsiasi "pazzia". All`inizio, però, il clima sembrava proprio quello giocoso e sereno delle serate natalizie in cui tutta la famiglia si riunisce intorno al tavolo per la consueta partita a tombola. Tra di noi si scherzava e si stemperava qualche tensione di troppo. E non era soltanto apparenza. Seppure tra i mille abituali distinguo, certamente sempre presenti, durante i lavori del recente Congresso di Radicali Italiani a Chianciano vi è stata, davvero, una comunità radicale capace ancora una volta di trovare intenti e obiettivi comuni. Merito senz`altro di Marco Pannella e di Emma Bonino, ma aggiungerei anche il nome della segretaria Antonella Casu sottolineando anche l`ottima relazione di apertura. Il primo giro, cioè la prima riunione, è sembrata una mano di Blackjack. Per chi non lo sapesse, si tratta di un gioco con le carte molto simile al nostro "Sette e mezzo". Il Blackjack è un gioco d`azzardo tra i più praticati nei vari casinò del mondo. Si gioca con uno o più mazzi di carte da poker: un giocatore fa il banco (Antonella Casu) e gli altri giocano. Nato in Francia nel XVII secolo, era uno dei giochi preferiti di Napoleone Bonaparte. Approdato poi negli Stati Uniti, il gioco incontrò un grandissimo successo e assunse l`attuale denominazione: Black Jack, cioè Fante Nero. Nella denominazione c`era già un presagio di ciò che sarebbe accaduto. Al secondo giro, abbiamo fatto una volgare mano a Cucù, anche conosciuto come "Saltacavallo", in cui sono continuati ad uscire soltanto i nomi dei possibili candidati alla segreteria che, però, si sapeva già non essere disponibili. Infatti, puntualmente, a ogni nome fatto corrispondeva una impossibilità di accettare da parte dell`interessato o interessata. Insomma, abbiamo giocato a Cucù (detto anche Cucco, Cucùlo, Passa l`asso). Per chi non lo conoscesse, è un gioco di carte italiano che si pratica con un mazzo di 40 carte divise in quattro semi: cuori, quadri, fiori, picche (semi francesi) oppure coppe, denari, bastoni, spade (semi italiani). Si gioca in senso antiorario. Il giocatore alla destra del mazziere inizia il gioco. Durante il proprio turno, un giocatore decide se tenere o cambiare la carta che ha in mano. Se il giocatore a cui viene chiesta la carta ha in mano un Re di qualunque seme (cioè, il cucù) lo mostra e annulla lo scambio, costringendo il giocatore che voleva cambiare a tenere la propria carta. Al proprio turno, il mazziere (Marco Pannella)- può tenere la propria carta o scambiarla con quella in cima al mazzo. Se questa è un Re, lo scambio viene annullato. Se la persona a cui viene chiesta una carta ha in mano un cavallo lo mostra e lo scambio verrà effettuato con il giocatore successivo. Da qui il nome Saltacavallo. Ma, come ben si sa, i semi delle carte non germogliano. La terza partita, cioè la riunione notturna della direzione, è stata una vera e propria partita a poker. Personalmente, pur conoscendo bene le regole del gioco, preferisco evitare di sedermi ad un tavolo di pokeristi perché si tratta sempre di un gioco d`azzardo. E la politica non si fa con gli azzardi. Ma, a quanto pare, il poker è il gioco preferito da Marco Cappato. Anche sotto questo aspetto, pur stimandolo, Cappato è agli antipodi con il mio modo di sentire e vedere le cose. A quel punto, insomma, mi sarei dovuto alzare, soprattutto quando ho visto che proprio Marco Pannella, il mazziere, lasciava il tavolo per andare a dormire. Non l`ho fatto perché ero troppo curioso di vedere come sarebbe andata a finire. Anche se era tutto chiaro già da giorni. Sono rimasto seduto al tavolo, ho ritirato le mie fiches e mi sono guardato attorno. C`era Mario Staderini, divenuto poi segretario, che continuava ad avere lo stesso sguardo e la stessa espressione che aveva all`inizio della riunione precedente: cioè il viso di chi aspettava che si facesse il suo nome. E fumava una sigaretta tenendola in uno strano modo, obliquamente tra le labbra e le dita. Mario aveva una grande voglia di fare il segretario, ma non aveva e non ha l`urgenza. E` questo che Marco Cappato non ha capito e non so se capirà mai, visto che non l`ha capito già. Staderini ricopre un ruolo politico così importante senza avere dentro di sé l`urgenza di quella responsabilità, ma sostenendosi soltanto con la voglia, l`ambizione, il carrierismo. L`indicazione di Mario Staderini, a mio parere, era stata ampiamente decisa tempo prima, a Roma, con lo sponsor di Marco Cappato. Non soltanto, perciò, nella direzione notturna si è svolto un avvilente giro di poker, ma il mazzo era pure truccato. Alla fine della fiera, mi è sembrato di stare dentro un libro giallo di Agatha Christie. Infatti, la caratteristica dei suoi romanzi è sempre quella di mostrare il profilo nascosto di personaggi che si ritrovano talmente coinvolti in un omicidio da essere tutti indiziati o sospettati, quindi appaiono tutti come dei potenziali colpevoli. I personaggi di Agatha Christie, insomma, hanno tutti un movente, hanno tutti avuto il tempo per commettere il delitto, hanno tutti un elemento oscuro che non convince, ma uno solo è il colpevole. Non che gli altri siano innocenti, è semplicemente che soltanto uno di loro ha superato il limite e armato la mano. Al Congresso nazionale di Chianciano, alla fine della riunione notturna, ho avuto la netta sensazione che l`iniziale "presunzione di innocenza", con cui ero entrato nella stanza per partecipare alla direzione di Radicali Italiani, si era trasformata in una "presunzione di colpevolezza". Alla fine, eravamo tutti presunti colpevoli di qualcosa, cioè responsabili di ciò che sarebbe accaduto in plenaria. Ma uno solo avrebbe armato la mano e commesso il delitto. E non aveva neppure l`urgenza di compierlo.

© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK