Caro Fini, adesso parla chiaro

Quando si scrive di Gianfranco Fini bisogna mettere nel conto una querela che in sé non significa niente, dato che le cause noie basta intentarle ma bisogna vincerle; tuttavia è sempre seccante presentarsi in Tribunale perché i processi comunque costano anche a chi viene assolto, e gli avvocati si pagano. Non importa. Affrontiamo il rischio, non è la prima volta e non sarà l`ultima. Vorremmo chiedere al presidente della Camera, vista la sua ambiguità politica, se non gli sembra giunta l`ora di parlare chiaro e dire ai lettori (e agli elettori) cosa pensa della maggioranza che lo ha mandato a Montecitorio e del premier che gli ha dato la spinta decisiva. Già, perché il comportamento del leader della fu Alleanza nazionale risulta a tutti, forse a lui stesso, incomprensibile. Fini ha sciolto il suo partito ed è confluito nel Pdl, però ha fondato una cosa denominata Farefuturo che assume spesso posizioni così critiche da assomigliare più a quelle dell`opposizione che a quelle della coalizione di governo. Lui afferma che Farefuturo è una fondazione culturale e non necessariamente esprime le idee del fondatore. Il problema però è che il fondatore esterna opinioni coincidenti con quelle della fondazione; quindi non si comprende se Fini ubbidisce a Fini o alla fondazione di Fini. Il quale dà l`impressione di prendere le distanze talora da sé medesimo e talaltra dalla sua creatura culturale. Converrete, cari lettori e caro presidente della Camera, che questa non è una linea politica ma un casino politico in cui è difficile ,orientarsi. Anche perché il Secolo d`Italia, nel tentativo di interpretare le elucubrazioni del capo, finisce per fornire versioni diverse da quelle degli intellettualoni di Farefuturo e da quelle del signor Presidente; e la confusione aumenta. Ecco perché con garbo sollecitiamo Fini a diradare il buio in cui ci troviamo con un lampo di sincerità. Ci dica, per esempio, perché invece di agevolare il compito del premier di tenere unitala maggioranza (onde realizzare il programma e condurre a termine la legislatura) fa di tutto per complicarglielo. Su qualsiasi iniziativa di Berlusconi e della Lega, lei sente la necessità di eccepire. C`è una polemica fra il Cavaliere e Napolitano, chessò, a proposito della bocciatura del Lodo Alfano? Lei si schiera con il Quirinale e con la Consulta, pur essendo informato che sul punto è stato combinato un pasticcio. Si tratta di evitare che il premier sia perseguitato da toghe che non saranno rosse ma agiscono come se lo fossero? Lei arriccia il naso, e a scanso di equivoci ricorda al mondo di voler andare d`accordo con il presidente della Repubblica. Ancora. Si lavora assiduamente - perché i tempi stringono - alla riforma della Giustizia? Lei raccomanda: non irritiamo la magistratura con la quale serve mantenere buoni rapporti. Berlusconi asserisce che è indispensabile revisionare l`impalcatura costituzionale, oggi inadeguata al rapido funzionamento della cosa pubblica? Lei si affretta a precisare che conviene farlo con la collaborazione della sinistra, la quale immediatamente le dedica un caloroso applauso. L`elenco delle esemplificazioni potrebbe proseguire. Mi fermo qui nel terrore di annoiare chi legge. Ma la sostanza è una sola: lei non si lascia sfuggire l`occasione per evidenziare l`abisso che la separa dall`uomo di Arcore. Il quale sarà anche un monarca, come lei incautamente ha dichiarato, ma senza i suoi voti sareste tutti all`opposizione o a casa, dove tornereste se il governo cadesse (e cadrà se lei non muta registro). Mi rifiuto di credere che lei sia inconsapevole di giocare col fuoco e di mettere a repentaglio la vita del ministero e della legislatura. È improbabile non valuti la pericolosità dei suoi atteggiamenti, delle sue riluttanze, dei suoi capricci tanto apprezzati dal Pd. Presidente, non si chiuda nella reticenza e ci spieghi quali disegni ha in mente. Un po` di franchezza aiuterebbe il Paese. Perché avanti di questo passo si va a elezioni anticipate. Le urne sono la carta rimasta al premier per non essere intrappolato nella tela ordita grazie al suo contributo. Il Giornale ha ipotizzato un predellino due, cioè un Pdl pronto a correre da solo, alleggerito dalla zavorra, e a strappare la maggioranza con il noto premio, quindi ad allearsi con chi ci starà, la Lega e magari l`Udc. Se ciò avvenisse, Berlusconi avrebbe facoltà di riformare quanto gli garba. E lei Fini a quale santo si rivolgerebbe allora, a Bersani? Mi faccia il piacere.
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