Carfagna, il premier chiude il caso «Mara resta». Lei lo ringrazia

Torna a casa, Mara. Pace con Silvio e annuncio delle nozze con Marco Mezzaroma. Si è chiusa così la telenovela politica che ha animato una settimana cupa per il governo. Con un triplo siparietto. Il presidente del Consiglio che dichiara: «Con Mara è tutto risolto, non va via dal Pdl». Lei che china la testa: «Ho avuto un lungo colloquio con Berlusconi, che ringrazio infinitamente per la sua disponibilità e per la sua capacità di comprendere e affrontare i problemi». E La7 che anticipa la data del matrimonio con il costruttore romano: venerdì 13 maggio. Con buona pace dei superstiziosi.
Mentre dietro le quinte si delinea un regolamento di conti politico appena iniziato sulle leve del potere del Pdl in Campania, la vicenda torna nell’alveo delle cronache rosa. Del «gossip» come aveva detto, deluso, Berlusconi. Tutto era esploso con la foto di Alessandra Mussolini che, alla Camera, catturava un colloquio di Mara con il suo Pigmalione politico Italo Bocchino transitato nel Fli. Mara non aveva gradito. Minacciando: «Vado via dal governo, dal Parlamento e dal partito». Per restare aveva chiesto la testa del coordinatore regionale pdl Nicola Cosentino. «O lui o io» aveva detto. In ballo il decreto rifiuti che affida le competenze per gli appalti da due miliardi di euro dei termovalorizzatori. Ha vinto o perso?
Lei lo legge come un successo. Nell’incontro avuto nel pomeriggio con tutti e tre i coordinatori pdl, c’è stata anche una telefonata «lunga e cordiale» con Cosentino. In una nota, lei evidenzia: «È stata esaminata la situazione campana nel suo complesso e quella della provincia di Salerno, e sono state affrontate tutte le questioni sollevate negli ultimi giorni». E aggiunge: tutti «hanno manifestato concordemente l’intento di giungere a soluzioni condivise». Ostentando le «assicurazioni di agibilità politica sul territorio, per lavorare tutti insieme senza spaccature». Ma i cosentiniani se la ridono: «È una vittoria finta. Lei aveva detto o lui o io. E allora?». Poi c’è il decreto rifiuti. La Carfagna si era battuta per dare i poteri di gestione degli appalti alla Regione di Stefano Caldoro. Ma tra pressioni di Cosentino e rilievi del Quirinale quel potere è sempre più ridotto.
Allora la vittoria dov’è? Rinviata al dopo fiducia? Una cosa è certa. Se non dovesse spuntarla con Cosentino l’ha già spuntata con il fidanzato. Lui, Mezzaroma, al telefono, si smarca: «Chiedete a lei. È lei il personaggio pubblico. A me non piace rilasciare dichiarazioni». Mara di lui ha già detto: «È molto paziente, e sono stata molto fortunata a incontrarlo». Aveva anche annunciato le nozze e il desiderio di un bebè. Ma poi ci fu tutto un sussurrio di maldicenze e chiacchiere di crisi. Ora la data.
Lieto fine? Non del tutto. Manca ancora l’incontro con Alessandra Mussolini, che il ministro ha chiamato «vajassa». Lei l’attende in Transatlantico. E non saranno confetti e petali di rose.
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