Carceri: riscritto il ddl, via la messa in prova

Dalla Rassegna stampa

 

Il governo riscrive il ddl cosiddetto svuota-carceri e torna la pace a Palazzo Chigi tra l’estensore della legge, il Guardasigilli Angelino Alfano, e il ministro dell’interno Roberto Maroni che soltanto qualche giorno aveva definito il provvedimento «peggio di un indulto». Una tensione che era riaffiorata anche nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri, laddove prima di illustrare le modifiche al ddl Alfano non aveva mancato di sottolineare l’assenza del collega ed era stato il premier in persona a garantirgli: niente di personale con te, Roberto mi ha telefonato, non può essere qui.
Cosa cambia dunque? Si stringono le maglie per la concessione dei domiciliari per chi deve scontare l’ultimo anno di pena. Di fatto scompare dal testo l’istituto della messa in prova, cioè la possibilità di essere assegnati a lavori di pubblica utilità per i minori imputabili di reati puniti con pena fino a tre anni. Le modifiche vengono introdotte attraverso tre emendamenti a firma del sottosegretario Giacomo Caliendo con i quali viene cancellato l’automatismo dell’ultimo anno ai domiciliari, sui quali, invece, deciderà il magistrato di sorveglianza anche sulla base dell’idoneità del domicilio.
Esulta il ministro Maroni che auspica, però, altre limature: «Si è migliorato di molto il provvedimento - dice il titolare dei Viminale - e sono state accolte molte richieste che avevo fatto. Spero che continui a essere migliorato prima della sua approvazione definitiva». Oggi scade il termine per i sub-emendamenti al nuovo testo in commissione Giustizia alla Camera ed è possibile che già in quella sede la maggioranza presenti ulteriori novità. In campo ci sarebbe infatti l’ipotesi di dare una scadenza fissa al provvedimento, al 31 dicembre 2012, per dar modo nel frattempo al governo di completare il piano che prevede la costruzione di nuove carceri e nuovi padiglioni.
Per quanto riguarda le ulteriori modifiche al testo è quasi certo che il Carroccio proporrà con propri emendamenti "paletti" più stringenti sull’idoneità del domicilio; mentre una proposta di modifica forse a firma di Pdl e Lega potrebbe riguardare l’assunzione di più forze di polizia (1.500 poliziotti e 1.500 carabinieri) con il compito di eseguire i controlli sui detenuti ai domiciliari.
Proposte di modifica arriveranno anche dall’opposizione che, con l’eccezione della radicale Rita Bernardini, valuta positivamente le novità messe in campo dal governo. Un «passo in avanti in termini di chiarezza» per la capogruppo dei democratici in commissione Giustizia, Donatella Ferranti, con il quale, secondo il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, è stata evitata «una nuova amnistia». Soddisfatta anche
l’Anm. «Prendiamo atto con favore - dice il presidente dell’associazione Luca Palamara- che gli emendamenti recepiscono le osservazioni che abbiamo formulato nell’audizione di
ronte alla commissione».
Il Pdl con il capogruppo in commissione, Enrico Costa, parla di un testo «più equilibrato». Anche se, spiega il sottosegretario Caliendo, con le novità introdotte «la misura avrà un effetto ridotto», ma il provvedimento «va letto in relazione al piano carcceri che nel giro di un anno e mezzo consentirà di realizzare 11 mila posti». Certo, la costruzione di nuove carceri, è un tema "caldo" visto che alcuni imprenditori, finiti sotto inchiesta negli ultimi mesi, si sarebbero interessati anche in passato di questo argomento. Ma su questo punto il ministro Guardasigilli Alfano è chiaro: «Vogliamo fare il piano carceri - dice - senza finirci dentro. Chi ha brutte idee sappia che ha trovato il ministro e il periodo storico sbagliati».

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