Carceri, convochiamo gli “stati generali”

«Le carceri italiane sono diventate la discarica sociale di tutto il Mediterraneo, lì si vive una nuova Shoah». Queste parole, dure e drammatiche, sono di Marco Pannella. E sono alcune delle parole con cui ha motivato oltre un mese fa, la decisione di intraprendere un lunghissimo digiuno. Probabilmente il più lungo - ha detto - della sua vita, con l’obiettivo di ottenere Giustizia (quella con la G maiuscola, non quella priva di credibilità che nel nostro Paese razzola sempre più nella direzione opposta) nelle nostre carceri. E riportarle, così, a livelli quantomeno minimi di legalità. In Italia il carcere è il luogo della pena fine a se stessa. Che non insegna, né rieduca. Un luogo dove si annidano la solitudine, la malattia e la morte. Una struttura di persecuzione sociale, ha osservato ancora il leader Radicale, con cui si è voluto risolvere il problema della droga e quello dell’immigrazione. E come dargli torto, se gli stranieri senza permesso di soggiorno fanno la spola tra i Cie e la galera; se il 30 per cento circa dei detenuti in Italia sono consumatori di sostanze stupefacenti. Ma l’umanità dolente che abita le nostre carceri si estende ben oltre i quasi 70 mila reclusi. E l’intera comunità penitenziaria a soffrire questa situazione di sfascio: gli agenti, in numero gravemente insufficiente rispetto al necessario, che sempre più spesso si tolgono la vita, provati da un lavoro difficile anche quando svolto in condizioni normali; i direttori degli istituti, che non sanno più come gestire il sovraffollamento: i volontari e gli educatori scoraggiati dalla difficoltà di portare avanti qualsiasi tipo di attività formativa e ricreativa. E poi i medici, gli psicologi che in poche ore mensili devono prestare assistenza a centinaia di persone. L’emergenza, dunque, danneggia anche chi sta dall’altra parte delle sbarre. Per questo motivo i Radicali, tra i pochi ad aver conquistato una reale credibilità in materia, hanno lanciato una proposta ragionevole, quella di convocare gli "Stati generali celle carceri". Una grande assemblea che includa tutte le realtà del sistema penitenziario: dal governo ai sindacati, dai garanti per i diritti dei detenuti al mondo dei volontariato. Per discutere seriamente e individuare insieme sia le misure da adottare nell’immediato, per arginare la crisi, che quelle strutturali e organiche, perché il carcere torni finalmente ad essere ciò che la Costituzione prevede. Nell’interesse di tutti, liberi e non.
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