E la Capitale boccia la candidata del sindaco

Impaurita da situazioni tipo "gladiatori" nei seggi, frastornata dal "pasticciaccio" della lista Pdl espulsa dalla scheda, investita e talvolta infastidita dal pressing del premier sulla candidata Polverini, Roma, nel voto regionale al fotofinish, ha comunque scelto dall’altra parte. Bonino, con una progressione da fondista. Il primo flash le vede perfettamente pari poi, formichina, altre proporzioni.
Il sito elettorale del Comune parte con Polverini vincente a tutta scena. Poi, però... E’ dopo le 19, a metà delle sezioni romane, che Emma si irrobustisce con 9 punti avanti. E così andrà. Alemanno non è felice, la città di cui è sindaco ha bocciato la sua pupilla.
E’ intorno alle venti e trenta che Alemanno prende la parola, che dice la sua su queste elezioni del Lazio
su cui si è speso tantissimo. E lancia un messaggio che non è quello del vincitore placato e soddisfatto. «I primi dati sulle elezioni regionali del Lazio, ancora parziali, evidenziano» dice il sindaco, che ha la moglie, Isabella Rauti, al fianco della Polverini, destinata anche lei a un seggio di consigliere regionale, «il risultato di una campagna elettorale inquinata, brutta, segnata dall’esclusione della lista del Pdl dalla competizione elettorale». E aggiunge ai microfoni del Tg3: «Chi vince, dovrà tener conto delle problematiche e dei contrasti
che ci sono stati in campagna elettorale e aprire un confronto costruttivo con l’altra parte politica». Ma intanto è netto il risultato romano: la sua pupilla, la Polverini, non ha convinto gli elettori romani. E c’è chi del Pd prova a pizzicare il sindaco: «Il voto a Roma sta prefigurando un vero e proprio avviso di sfratto per Alemanno e l’inizio del suo declino politico» dice una voce, per la verità isolata.
E mentre procede il conto complessivo della Regione e via via sembrerebbe che i circa 120 mila voti in più presi dalla Bonino a Roma forse non riusciranno a colmare il robusto risultato del centro destra che via via si sta delineando nelle altre province del Lazio (due fra tutte, Latina, a quasi metà scrutinio, dà alla Polverini quasi il 64% contro il 37% per la Bonino, o Frosinone, 60% a 39%) si delinea ancor di più quanto Emma sia stata comunque sospinta dal voto capitolino.
A tarda sera, a scrutinio ancora incompleto, a Roma la Bonino risultava al 52,6 %, la Polverini al 46,8 %. Con un conteggio di schede nulle pari a circa 27 mila. E chi delle due alla fine risulterà sconfitta, è più che probabile che chiederà di rivederle.
Ma è comunque il partito del non voto, il dato più netto del voto dei romani. Oltre un milione di aventi diritto hanno comunque deciso di non recarsi alle urne. Un meno 17% rispetto alle comunali di due anni fa e un meno 13% dalle regionali del 2005. Il dato definitivo parla di un’affluenza del 56,50% contro il 73,32% delle comunali del 2008. Un robusto pezzo di elettorato che si é letteralmente perso per strada.
E i partiti premiati o bocciati dai romani? Le percentuali, anche se a risultati ancora parziali, sembrano delineate. Il voto cittadino ha fatto volare Di Pietro, con la sua Idv balzata a quasi 11%, decuplicato rispetto alle regionali 2005. Ha invece decisamente punito la lista civica della Bonino, tributandole appena l’1,98 %. Risultato record ma prevedibile, quello delle lista civica della Polverini, col 33,68 %, che però, come da indicazioni dei vertici del centrodestra, si è inglobata anche tutti i voti destinati alla lista Pdl esclusa dalla scheda dopo il noto pasticciaccio del tribunale.
Un 33,68%, dunque, che però è ben sotto a138,1% chela stessa Capitale aveva destinato al Pdl alle ultime Europee. E l’Udc di Casini non è certo decollata: era al 4,3 alle Europee, più o meno lo stesso
dato ora: col centrodestra non è stata premiata. E il Pd? Scende rispetto alle Europee: dal 31,64 %, si delinea un 27,5%. E non sfonda neanche la lista Bonino-Pannella: aveva il 4,05% nel 2008, ha ottenuto il quasi omologo 4,07%. Storace parla diretto al sindaco: «A Roma siamo sopra l’Udc, Alemanno dovrà riflettere».
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