Caos Regione la data del voto è di nuovo in alto mare

Torna la tempesta sulla data del voto della Regione Lazio. A oggi l’unica data scritta nero su bianco è il 10 e l’11 febbraio, contenuta in un decreto firmato dalla presidente Renata Polverini in ottemperanza dei provvedimenti del Tar e del Consiglio di Stato. Si dava per possibile una modifica - il 17 o il 24 febbraio - visto che c’era stata l’accelerazione della crisi politica nazionale e dunque si poteva votare nel Lazio nello stesso giorno delle politiche. Ma finora sono solo parole: il decreto della Polverini del 10 febbraio non è mai stato ritirato. Ieri c’è stato un altro colpo di scena: il Pdl ha frenato nell’approvazione della legge di stabilità in Parlamento e in questo modo si presume che si possa votare per le politiche più avanti, in marzo.
L’Incontro
Dunque, anche il Lazio slitta? No, Nicola Zingaretti, candidato alla presidenza della Regione, ha detto: non se ne parla. E ha chiesto un incontro urgente al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. Zingaretti: «Sul voto della Regione Lazio si rischia l’ennesimo pasticcio. Il Governo Monti non sia connivente con chi non rispetta la legge e le sentenze della Magistratura». Come dire: se l’election day comporta uno spostamento di uno o due settimane delle elezioni del Lazio bene, altrimenti ci mettiamo di traverso. E Gianluigi Pellegrino (Movimento difesa del cittadino) artefice delle sentenze del Tar, che costrinsero la Polverini a indire le elezioni per il 10 e 11 febbraio, è già pronto a rivolgersi di nuovo alla magistratura.
Renata Polverini però fa sapere: la scelta spetta a me. Dice il suo ufficio stampa: «A seguito delle ultime decisioni adottate dalla seconda sezione bis del Tar del Lazio la presidente Renata Polverini ha riassunto tutti i poteri in materia di indizione delle elezioni regionali. Nei prossimi giorni la presidente firmerà il decreto per l’indizione delle elezioni nella medesima data delle elezioni delle altre regioni chiamate al voto e di quelle politiche».
E il ministro Cancellieri è sulla stessa linea. Polverini però non sembra intenzionata a fare forzature: «Ho visto che il governo ha auspicato che anche il Lazio vada alle elezioni con le politiche, il Molise e la Lombardia. Raccolgo naturalmente l’auspicio del governo che conferma ciò che avevamo sempre sostenuto noi e che il governo motiva con la necessità, in un momento così difficile dal punto di vista economico per il Paese, di ridurre i costi elettorali. Così facendo il Lazio non dovrà più impegnare i trenta milioni che erano necessari andando al voto da soli».
La soluzione
Quindi il 17 o 24 febbraio sarebbe una soluzione condivisa anche dal Pd. Perché allora Zingaretti è tanto preoccupato? Dice Pellegrino che parla a nome del Movimento difesa del cittadino: «Temiamo vi sia un tentativo di rallentare l’approvazione della legge di stabilità, perché si vuole votare il più tardi possibile per il Lazio e per le politiche. Ma non si può fare: la nostra rinuncia alla sola sospensiva ha fatto solo cadere la data del 3 febbraio. Si è quindi tornati alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che concedevano un mero termine di grazia di cinque giorni alla Polverini per fissare la data del voto, passando poi ogni relativo potere sia in caso di inerzia sia per ogni eventuale correzione, esclusivamente al Ministro dell’Interno quale commissario ad acta. Quei cinque giorni sono ampiamente scaduti.
La Polverini ha fissato la data del 10 e 11 febbraio. Quella data o resta ferma o può essere cambiata solo dal Ministro dell’Interno avendo la Polverini perso ogni potere al riguardo per inequivoco ordine del giudice». I legali della Polverini hanno risposto affermando il contrario: «Ora la presidente ha pieni poteri per l’indizione del voto».
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