La Camera paga affitti da capogiro

Pagheremo (molto) caro, pagheremo tutto. Anzi, già stiamo pagando. Il dossier messo assieme dai radicali sugli immobili affittati a peso d'oro dalla Camera dei Deputati è agghiacciante. Per i 204 mila metri quadri di palazzi (il Louvre ne ha 60.600), la Camera ha speso dal 1997 al 2010 la bellezza di 586,1 milioni di euro dei quali oltre 352 di canoni d'affitto, 172,6 milioni di fornitura di servizi (pulizia, posta, servizi ai piani), 51,7 milioni di euro per servizi aggiuntivi (presidi antincendio, manutentivi, self service e bar).
Ammesso e non concesso che gli spazi servano (perché non utilizzare meglio le sterminate metrature di Montecitorio?) la Camera spende e non è proprietaria di niente. Perché non ha cercato di acquistare i palazzi vicini invece di pagare canoni d'affitto per anni e anni? Perché non ha fatto un mutuo o proposto ad altri enti pubblici come la Cassa depositi e prestiti di acquistarli per poi pagare un canone equo? Forse perché il fine non era risparmiare.
Basti pensare che sull'immobile più oneroso non è stata effettuata non diciamo una gara pubblica ma neppure una valutazione di congruità dell'importo da parte dell'Ute (Ufficio tecnico erariale). Si paga e zitti e ci si è pure legati le mani con contratti di 9 anni più 9 (o 8 più 8) con possibilità di recesso solo dopo 10 anni (che non è stata però esercitata). Tanto è vero che quando nel 2007 ci si è svegliati e si è proposto all'immobiliare Milano 90 l'acquisto di alcuni dei palazzi la risposta è stata picche. E quando è stata promossa una causa il giudice civile ha dato torto. «Un ufficio per un deputato - osserva l'onorevole Rita Bernardini che ha dovuto fare le sciopero della fame per avere dalla Camera i contratti d'affitto - viene a costare circa 9 mila euro al mese. Una cifra per quale si potrebbe affittare una stanza al Grand Hotel». A beneficiare di tanta munificenza è la società Milano 90 srl che nel 1997 propose alla Camera un palazzo tra piazza San Claudio, via del Tritone e via del Pozzetto a 12 miliardi annui per 9 anni più 9, al quale andavano sommati i servizi aggiuntivi per 5.450 milioni di lire annui. E la Camera accettò. Con il risultato che con la rivalutazione automatica e garantita oggi paga - solo per questo immobile - la bellezza di 7 milioni e 463 mila euro d'affitto (piu 3 milioni 377 euro per i servizi). A questo palazzo se ne sono aggiunti altri quattro per un canone complessivo che nel 2010 ammontava a 31,42 milioni di euro. Ai quali vanno sommati altri 12 milioni di euro (più iva) per i servizi.
Già, i servizi. Per uno dei due palazzi Marini si pagavano nel 2009 tre milioni e 377 mila euro più iva. Per la pulizia e la consegna della posta al Politecnico di Milano (30 edifici e superficie complessiva 10 volte maggiore) si sono pagati nel 2010 circa 720 mila euro. Ogni commento è superfluo.
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