Camera, via libera ai tagli di 150 milioni. Vitalizi, stop di Fini

Via libera della Camera al suo bilancio, con il taglio annunciato di 150 milioni di euro in tre anni. Ma è polemica sui vitalizi degli ex parlamentari. L'Italia dei valori vorrebbe impegnare la Camera con un ordine del giorno ad abolirli da subito, trasferendo le pensioni degli ex deputati sotto la disciplina dell'Inps per tutti i lavoratori. Ma Gianfranco Fini dice no a interventi retroattivi, sollecitando le forze politiche a intervenire per il futuro. Alla vigilia dell'approvazione a Palazzo Madama del bilancio del Senato (che porterà i tagli previsti dal Parlamento a un totale di 270 milioni), lo scontro tra il presidente della Camera e il partito di Antonio Di Pietro si consuma attorno all'ordine del giorno Idv che prevede la «soppressione immediata di ogni forma di assegno vitalizio» per deputati in carica ed ex parlamentari, con il passaggio a una gestione separata in seno all'Inps. L'attuale sistema, afferma Antonio Borghesi, è «un furto», perché «nel caso meno fortunato» i deputati «versano 60mila euro di contributi in 5 anni con la speranza di riceverne poi 400mila se maschi, 550mila se femmine» una volta in pensione. Ma Fini dichiara inammissibile il voto sull'ordine del giorno, per una questione di metodo: l'odg non può «impegnare», ma può solo «invitare a valutare» le modifiche. L'Idv, che contesta a Fini di aver cambiato le regole in corsa con una «forzatura politica», non ci sta. E vota no all'intero bilancio (insieme con i deputati Radicali, che contestano la mancanza di trasparenza). Ma non di sola procedura si tratta. Il presidente della Camera nella conferenza dei capigruppo ricorda infatti come la Corte costituzionale stabilisca che non si può sopprimere i vitalizi già in essere e intaccare diritti acquisiti, ma solo intervenire per il futuro. E a tale proposito, come anche in materia di indennità, secondo Fini, «potrà (e dovrà)» esserci una valutazione «delle forze politiche attraverso conseguenti iniziative legislative». È slittato ad oggi, invece, il voto al Senato sul bilancio consuntivo 2010 e sul preventivo per il 2011. Il bilancio interno di palazzo Madama dovrebbe essere approvato oggi. Sono stati presentati 40 ordini del giorno; è possibile che qualche modifica migliorativa venga accolta, ma sembra escluso che possa essere bocciato. Infine, niente ferie ridotte alla Camera: un pellegrinaggio in Terra Santa di 170 deputati e senatori, dal 3 al 9 settembre, è il motivo che ha indotto la conferenza dei capigruppo di Montecitorio a posticipare di qualche giorno la ripresa dei lavori dell'aula: invece del 5, quando cominceranno a riunirsi di nuovo le commissioni parlamentari, l'aula della Camera resterà chiusa fino al 12.
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