La caccia al "Nemico"

Dalla Rassegna stampa

Non è che Daniele Capezzone sia una tra le figure politiche più simpatiche che appaiono in televisione. Sudi lui si sono sprecatele imitazioni e il suo tono serio e garbato nelle dichiarazioni televisive infastidisce chi magari lo vorrebbe un po' ringhioso e rabbioso, alla Bersani per intenderci. Poi Daniele ha un passato nei radicali, si sa, il passato politico è elogiato se ha un futuro a sinistra e denigrato se ha un futuro nel centrodestra. Per giunta - vale la pena di ricordarlo - ha abbandonato la coalizione di centrosinistra e l'ambita poltrona di presidente della Commissione Attività produttive e ha subito un vero e proprio processo radical-pannelliano perché colpevole di aver aperto un dibattito all'interno del Partito radicale sul sostegno al governo tartassatore guidato da Romano Prodi.
Ora, sull'aggressione al portavoce del Popolo della libertà si sono sprecati i comunicati di solidarietà, gli appelli a perseguire l'aggressore e anche - come ha fatto il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi - le richieste di non strumentalizzare il pugno in pieno volto sferrato a un esponente politico per la sua appartenenza.
Chi scrive preferisce uscire dalla corte della banalità e delle frasi di circostanza: è innegabile che esista un'ideologia del nemico, continuamente eccitata dagli esponenti della sinistra del nostro Paese e non da oggi.
La lista di coloro che soffiano sul fuoco con dichiarazioni pesanti è assai lunga: da Di Pietro a Bersani, da Rosy Bindi a Leoluca Orlando, con la sola lodevole e ferma eccezione di Piero Fassino, che infatti ha avuto un nonno socialista e che sa più di altri, per averla subita, a che cosa può condurre la violenza applicata alla politica. È giusto denunciare con forza questo stato di cose, questa caccia al "Nemico" che oggi vede ferito il portavoce Capezzone, come ieri aveva visto diventare un bersaglio Bonanni e che presto potrebbe vedere nel mirino anche Angeletti. Certo, il gesto di martedì scorso in via dell'Umiltà ha destato il medesimo effetto di tutti gli atti violenti ed estremistici: Capezzone è diventato più simpatico anche a chi non stravedeva per lui.

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