Il bunga bunga dà alla testa a Lerner: Colpa di Berlusconi se a letto fai cilecca

Dalla Rassegna stampa

Non trovi la fidanzata? È colpa di Berlusconi. Fatichi al primo appuntamento, l’universo femminile resta insondabile? È il maledetto bunga bunga. Dopo aver denunciato la deriva pornocratica perpetrata sul corpo delle donne, il guardiano della buoncostume Gad Lerner ha aggiunto un tassello a un’Italia mai come oggi patria di Boccaccio. Il Decamerone morale della nazione trova, per la penna del conduttore dell’Infedele, un capitolo formidabile. Scrive sulla «Repubblica» il giornalista protagonista del recente scontro verbale col premier: «Forse è venuto il momento di riconoscere che anche il maschio italiano sta subendo nella sua identità sessuale i contraccolpi della pornocrazia, diventa caratteristica pubblica di una classe dirigente di puttanieri». Perbacco.
 
 L’identità sessuale del maschio italiano subisce i contraccolpi della pornocrazia. Cioè, il sistema berlusconiano mina alle basi non più la politica, o le istituzioni. Distrugge l’identità sessuale. Uno non sa più cosa vuole, dove cercarlo, si domanda poi sul più bello se debba pagarlo. Da uscirne devastati. Non è più il privato ad essere politico, ma il contrario, come diceva Gaber ne "La realtà è un uccello": «È inutile, oramai io la politica ce l’ho nel sangue, non ne posso fare a meno. Ho provato a distrarmi, a fare altre cose: sono andato al cinema, alla partita... non c’è niente da fare: sono via con la testa, non sto attento. Ho provato ad andare a teatro: gli attori... Pannella: altra classe! Le ho provate tutte. Ho provato anche a scopare. Mi viene in mente la Pivetti!».
 
 Ma nel canto lerneriano c’è un passo in più, rispetto all’ironia del cantautore. Il «disagio» è avvertibile «particolarmente fra i giovani maschi che vivono la delicata scoperta dell’eros in un contesto culturale stravolto da una tale ostentazione del mercimonio». Ecco, è tra i ragazzi che i danni rischiano di essere permanenti: «È soprattutto tra loro che si affaccia con la timidezza la presa di distanze: io non vivo così il mio bisogno di relazione amorosa; desidero un altro tipo d’incontro con le mie coetanee». Per spiegare la giustificata presenza dei maschietti nella manifestazione del 13 febbraio a tutela della dignità della donna, Gad Lerner scomoda così l’«idea dell’amore» suggerita ai giovani dalla «notizia di quelle cene in cui tre settantenni (Mora, Fede e Berlusconi, ndr), resi interessanti solo dal loro status, si trastullano con venticinque ragazze di mezzo secolo più giovani di loro». «Altro che libertà sessuale», incalza il conduttore in un crescendo, «è la stessa bellezza dell’amore, la ricerca del piacere nella reciprocità, a subire un attentato. Tanto da provocare nei maschi frustrazione, caduta del desiderio, pulsioni sopraffattrici, mortificazione dell’eros». Non tira, governo ladro. E così va a puttane pure la costruzione dell’amore, con Battiato e tutto quello che ci avevano insegnato i cantanti, spazzati via da un "Drive In" traslato al governo. Comodo, eh? Ancora Gaber aveva girato la questione, invocando una nuova, meno autoassolutoria e meno consolante, coscienza: «Basterebbe smettere di sentirsi vittime del denaro, del lavoro, del destino e persino della politica, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza naturale del livello culturale di un popolo».

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