Il brutto guaio della Mussolini

Dalla Rassegna stampa

Tanto per cambiare, chi ha commesso qualche peccatuccio di cui un po` (tanto) si vergogna, non appena tira aria di delazione o peggio incombe la minaccia di ricatto, se la prende con i giornalisti che non tengono la bocca chiusa. Come se fosse più grave raccontare un fatto che commetterlo o sfruttarlo a fine di lucro oppure di speculazione politica. Intanto il calderone dei pettegolezzi si riempie di voci, di bugie e schifezze varie dove è sempre più difficile distinguere i reati dai cattivi comportamenti e dalle balle. Il tutto aggravato da un problema: c`è un regista (o più registi) dietro ogni scandalo o è il caos del momento a produrre altro caos che monta e dilaga coinvolgendo a casaccio personaggi più o meno noti? Al punto in cui siamo, visto che persino uno Spatuzza qualunque viene preso sul serio e può sparare accuse a destra e a manca, ogni ipotesi sta in piedi oggi e magari crolla domani. Vi è una sola certezza nella mente obnubilata di chi dovrebbe riportare il Paese alla normalità e alla decenza: la colpa è dei giornalisti. I quali beninteso non sono verginelli e talvolta inzuppano il biscotto in acque torbide; tuttavia la loro responsabilità è minima rispetto a quella di chi non si limita a riferire le notizie ma le crea. Questi non sono concetti inediti, però conviene ribadirli perché la situazione sta pericolosamente precipitando. In pochi mesi siamo passati dalle lettere pubbliche di Veronica Lario alle cronache di ricchi amanti, dalle spiate dal buco della serratura alle interviste a prostitute, dalle escort chiacchierine e attrezzate come agenti segreti alle trans di periferia con molta dimestichezza con le tecnologie avanzate. Chiunque percepisce che la deriva sessuale ha fatto passare in terzo ordine la dialettica politica. Un tempo non remoto uomini e donne delle istituzioni erano preoccupati di difendere il loro collegio elettorale, fonte di consensi; adesso sono preoccupati di difendere il loro privato da intrusioni foriere di grane tali da compromettere la vita in famiglia e la carriera. Bisognava immaginare. Quando ci si incammina su terreni delicati quanto quelli dell`intimità, si sa dove si comincia e non dove si finisce. Di sicuro male. E così è avvenuto. La nostra impressione è che non si tornerà indietro in fretta perché il filone è redditizio: se hai un nemico, non esiste modo più rapido ed efficace per farlo fuori che coprirlo di immondizia. Si coglie un suo vizietto, si insinuano sospetti, si fanno circolare voci, si allude, si annuisce e il resto vien da sé. In un paio di settimane, il nemico è già rosolato; e se c`è in giro qualcuno che si pasce di maldicenze contribuirà volontariamente, e gratis, a sputtanarlo in ogni ambiente. L`operazione è letale per lo sventurato se l`imprudenza lo ha portato a trascurare un minimo di attenzione nel soddisfare i suoi appetiti. Oggi, datala disponibilità di cellulari con telecamera e registratore, carte di credito, bancomat, telepass, videocamere sparpagliate dovunque, è un gioco da ragazzi ricostruire e documentare ogni movimento (anche finanziario) di un individuo. Figurarsi se questi è un tipo di qualche notorietà. La vicenda di Alessandra Mussolini è paradigmatica. Da settimane si mormorava di un video che riprende l`onorevole con un collega, ma nessuno ci aveva mai creduto. D`altronde quand`anche la diceria fosse stata fondata, chissenefrega. Ciascuno agisce come gli pare. Attenzione, però. Un Tizio, che ha un nome e un cognome ed è sotto inchiesta, avendo oltretutto ammesso di essere stato spinto dalla necessità di soldi; un Tizio dicevo si è addirittura azzardato a telefonare ai giornali (il nostro compreso) offrendo il filmato malandrino per una cifra considerevole. Regolarmente mandato al diavolo, il soggetto in questione non si è rassegnato finché non è stato beccato. Cavoli suoi. Sta di fatto che la vicenda anziché ridimensionarsi ha avuto un seguito di pettegolezzi, alcuni dei quali sono stati rilanciati da un sito internet. Impensabile si potesse tacere intorno a un reato odioso come il ricatto, tra l`altro basato su un video autentico o millantato che sia. Il risultato agli effetti pratici non mutarla Mussolini è stata catapultata all`improvviso nel famigerato calderone in cui si salvi chi può. L`indagine procede e poiché è un atto pubblico, quanto è pubblico un sito internet (ma chi li controlla questi benedetti siti?), bene che vada l`onorevole ne sortirà con ammaccature nel morale. C`è una soluzione? Ci deve essere. Ma non può riguardare solo i giornali che sono i terminali della filiera. Occorre intervenire alla fonte, e può farlo il Parlamento, non noi.

© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK