Braccio di ferro pieno di incognite

Dalla Rassegna stampa

Il pressing di Silvio Berlusconi si è spinto fin oa mettere in campo l'ipotesi di ovvi decreto legge con richiesta di un colloquio urgente col capo dello Stato appena rientrato da Bruxelles e con un conseguente preallarme per la convocazionedi un Consiglio dei ministri ad hoc. Un modo per rendere esplicita la determinazione del premier e della maggioranza, Lega in prima fila, a non accettare la possibilità che in Lombardia e nel Lazio l'intero centro-destra o anche solo il Pdl potessero essere esclusi dal voto di fine marzo. Una mossa, tuttavia, che conteneva una buona dose d'azzardo: varare un decreto in materia elettorale a ridosso delle urne è un atto che pone delicatissimi problemi sotto il profilo costituzionale e che comunque richiede preliminarmente un'intesa solida tra tutte le forze in campo. Considerati i primi e verificata l'assolutaindisponibilità di Pd eIdv ad un intervento legislativo. Napolitano - che ritiene l'intera vicenda delle liste bocciate «un pasticcio» pur seguendo con la massima attenzione l'evolversi della situazione - non poteva far altro che stoppare gli oltranzismi. Fa fede anche l'insofferenza del presidente della Repubblica nei confronti della «soluzione politica» invocata dalla coalizione di governo: «Se mi spiegano in cosa consiste. allora la prenderò in considerazione». Dunque si torna daccapo, ossia alla pronuncia che spetta agli organi "naturali": i Tribunali amministrativi, pronti ad accelerare i tempi e unici titolati a decidere sui ricorsi presentati da Formigoni e Polverini. Quest'ultima peraltro si é vista accettare il listino e potrà sfidare Emma Bonino. Sul piano politico, tuttavia, la tensione resta oltremodo alta. La campagna elettorale, oltre che anomala, si configura come assai avvelenata. Per i cittadini, chiamati in realtà a scegliere chi li dovrà amministrare, un disagio che non hanno chiesto e certo non meritavano

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