Bossi e Maroni, adesso tutti a casa

Dalla Rassegna stampa

Dopo la delusione in Europa il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha garantito che il governo e il suo partito si impegneranno nel contrasto all'immigrazione clandestina proveniente dalla Tunisia procedendo con i rimpatri «finché non cesseranno gli sbarchi». Il principio ribadito da Maroni è che «i profughi che scappano dalla guerra devono essere accolti, ma i clandestini devono essere rimpatriati». I voli quotidiani da Lampedusa verso la Tunisia diverranno quattro al giorno. E presto i clandestini che partiranno dalla Tunisia verranno raccolti dai barconi e rimpatriati immediatamente con le motovedette.

Quanto al desiderio di uscire dall'Europa che lo stesso Maroni aveva già smentito in serata senza riuscire a fermare i titoli dei giornali («Bisogna andarci cauti»), il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, ha inteso chiudere le polemiche sottolineando che il ministro dell'Interno «era soltanto arrabbiato». L'ex commissario Ue, Emma Bonino, pur criticando Maroni per aver contribuito a gonfiare il problema non attuando fin da subito la consegna dei permessi temporanei, ha bocciato la scelta della commissione Barroso e in particolare della commissaria Cecilia Malmstrom «perché avrebbero almeno potuto fissare una soglia di flussi oltre la quale sarebbe scattata la direttiva 55 sulla protezione internazionale». Un giudizio in sintonia con quello del quotidiano cattolico Avvenire che nell'editoriale di prima ha sostenuto che «non siamo certo noi italiani a doverci vergognare». «La giusta svolta (ieri riconfermata dal ministro Maroni)», si legge sul giornale della Cei, «ha fatto levare gli scudi a mezza Europa (e quella che conta c'è tutta).

 
Un'Europa dove, giova ricordarlo, dalla Francia alla Danimarca, dal Belgio alla Svezia, dall'Ungheria alla Finlandia e all'Olanda s'indovina lo strepito sempre più rumoroso delle destre xenofobe e sotto traccia la palpabile paura dei governanti di perdere consenso se non ne inseguono gli umori». E forse rientrano nell'inseguimento degli umori dell'elettorato le parole del viceministro alle Infrastrutture, il leghista Roberto Castelli, rilasciate alla trasmissione satirica di Radio rai, Un giorno da pecora, sull'eventualità di sparare se dovesse saltare fuori qualche arma. In tema di giustizia, ieri la Camera è rimasta impegnata anche con seduta notturna sul processo breve fra le continue schermaglie fra maggioranza ed opposizione. Il Guadasigilli ha rispoto alla richiesta sulle conseguenzedel provvedimento: i processi penali a rischio sarebbero «lo 0,2 per cento». Ma l'opposizione, con Pier Luigi Bersani, ha giudicato «scandalosa» questa affermazione e si è chiesta, con Pier Ferdinando Casini, perché se non si hanno effetti si tengono impegnate le camere perfino in seduta notturna.

 

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