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Conviene tenere divisi il conflitto di attribuzione, con tutto quello che si porta dietro, e la questione della tenuta logica dell'inchiesta sulla cosiddetta trattativa. E se ci si ferma a quest'ultimo aspetto non si può non vedere lo sfarinamento dei capisaldi della costruzione dell'antimafia palermitana. La colonna portante Ciancimino jr. è finita in una discarica romena, al "papello" non ci crede più nemmeno Claudio Fava, e ieri sull'Unità Claudia Fusani, in un articolo del tutto in controtendenza rispetto ad alcuni grevi spezzoni di fiction pubblicati dallo stesso quotidiano, racconta una verità che i lettori del Foglio già conoscono: anche la storia dei 41 bis revocati dal ministro Conso ai boss mafiosi è una bufala. Quanti tromboni di destra, di centro e di sinistra abbiamo sentito dar fiato all'indignazione per il "regalo" fatto ai capi mafia. Quanti sprovveduti, ma anche qualcuno in evidente malafede, hanno cercato di far passare un galantuomo come il professor Conso come lo strumento di una oscura trattativa. Bastava leggere, con qualche cognizione in materia, quell'elenco. Bastava andare a sentire gli ex responsabili del Dap per esempio un altro galantuomo come Alessandro Margara, e non solo lui, e anche questa colonna portante della "grande inchiesta" si sarebbe subito rivelata di cartapesta.
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