Bordin line

Nuove regole per poter essere candidati o membri di governo. Niente condannati definitivi. Come si fa a essere contrari? Se mai ci si può segnalare per maggiore severità. Di Pietro, ad esempio, non è d'accordo, gli basta una condanna in primo grado. È già per lui una prova d'indulgenza, ai tempi di Mani pulite gli bastava un avviso di garanzia. Ma i due ministri, che ci stanno lavorando, e Repubblica che ne riferiva ieri, vogliono il bollo della Cassazione. La Costituzione va rispettata, dicono. Eppure nella Carta costituzionale c'è anche scritto che la pena serve a redimere. Ma, obietta Travaglio, nei concorsi pubblici ci vuole la fedina penale pulita. Giusto. In alcuni ci vuole anche la laurea. La rendiamo obbligatoria per i parlamentari? In ogni caso, si assicura, la regola varrà per tutte le elezioni dalle circoscrizionali alle europee. E qui l'errore è sicuro. Per le elezioni amministrative una legge così c'è già. Risultato? Pannella e diversi dirigenti Radicali non possono candidarsi da anni per aver avuto condanne definitive, pur con le attenuanti dei "motivi di particolare valore sociale". Nel frattempo "er Batman" faceva il capogruppo.
© 2012 Il Foglio. Tutti i diritti riservati
SU