Bordin line

Un film degli anni Settanta, "Il sasso in bocca" di Giuseppe Ferrara, con la consulenza autorevole di Michele Pantaleone, descrisse il momento dello sbarco alleato in Sicilia con una scena nella quale alcuni aerei americani precedevano le truppe sorvolando diversi paesi in ognuno dei quali lanciavano un foulard celeste con una L ricamata in rosso. La L stava per Lucky Luciano, che dal carcere americano aveva stilato la mappa dei vari capi mafia di paese ai quali il segno di riconoscimento era destinato. In effetti molti di costoro vennero subito fatti sindaci provvisori dagli americani, una volta sbarcati. Quando vidi il film mi chiesi che bisogno c'era di tutto quel pericoloso andirivieni di aerei e di quei ridicoli foulard. Non bastava un elenco di nomi? Ma sarebbe stato meno spettacolare e il cinema ha le sue esigenze. Il guaio è che ci sono gli spettatori creduloni. Il procuratore aggiunto Ingroia, per esempio, deve aver visto il film al cineforum ed essersi convinto che la mafia fu decisiva per consentire non la "tranquillità sociale" - a modo suo, s'intende - ma addirittura lo sbarco alleato. Tesi bizzarra che nessuno storico avvalora. Ingroia ne deduce, in un articolo sull'Unità, che quella fu "la madre di tutte le trattative". Trattativa internazionale. Decisiva per le sorti del conflitto mondiale. Aspettiamoci di tutto.
© 2012 Il Foglio. Tutti i diritti riservati
SU