Bordin line

Dalla Rassegna stampa

L'espressione di Floris, quando Ingroia finì di esporre il suo programma di lotta all'evasione, è riproposta in rete come uno dei momenti salienti, almeno finora, della campagna elettorale. L'esposizione dell'ex pm fu molto chiara. Premessa: quando si inseguono i patrimoni si possono abbassare le garanzie. Occorre un processo di tipo "presuntivo". Basta presumere che uno possa essere evasore, sulla base dell'incrocio di alcuni dati, e si procede al sequestro dei suoi beni. L'onere di provare che non siano frutto di denaro evaso al fisco spetterà all'indagato. Se ci riesce entro sei mesi (poi ha detto due, ma forse è stato un lapsus) buon per lui, se no si procede alla confisca e tanti saluti. L'espressione di Floris era quella di uno che pensa: "Questo sta esagerando". Ma in realtà l'ex pm stava citando, e lo diceva, una legge che c'è già. Quella che riguarda il sequestro dei beni dei sospettati di mafia. Legge che funziona e che ha una logica. Del resto Sciascia, che non era certo un forcaiolo, fu tra i primi a dire che i mafiosi andavano colpiti innanzi tutto sui soldi. Solo che adesso Ingroia vorrebbe trattare tutti da mafiosi. È il rischio delle leggi speciali e occorre tenerne conto.

 

© 2013 Il Foglio. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK