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Dalla Rassegna stampa

L'ultima parte della vita di Giuseppe Dossetti è stata ricordata nell'occasione del centenario della nascita come spesa in difesa della Costituzione in numerosi e autorevoli discorsi celebrativi. Naturalmente nulla si può eccepire sulla ricostruzione storica quando rimarca il ritorno alla vita pubblica dell'ex costituente che, abbandonata la politica, fu monaco in Terra santa. Tornato in Italia fece di nuovo sentire la sua voce nel 1991 contro l'intervento in Iraq. Ma è nel 1987 che di fatto Dossetti riapparve sulla scena politica, per interposta persona o meglio personaggio, quello dell'abate Lovani, monaco eremita chiaramente ispirato alla sua figura, creato dagli sceneggiatori Rulli e Petraglia nella terza serie di quel grande romanzo nazional-popolare che fu la fiction "La Piovra". L'abate è l'ispiratore morale dello sfortunato eroe della saga. Dossetti, così iconizzato per le giovani generazioni, nel 1994 lancerà la sua ultima battaglia politica dopo la vittoria di Berlusconi, sostenendo l'illegittimità per una maggioranza parlamentare di procedere a modifiche costituzionali senza prima aver dato modo agli elettori di pronunciarsi. Il che per la verità nella Costituzione non sta scritto. Anzi è scritto il contrario. Non sapremo mai cosa ne avrebbe detto il commissario Cattani, che gli sceneggiatori fanno morire nel 1989.

 

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