Bordin line

Dopo aver letto un vibrante comunicato di Leoluca Orlando in cui si chiede che finalmente sia tolto il segreto di stato sulla tragedia dell'aereo caduto a Ustica, incerto sulla mia memoria ho ricontrollato la vicenda e ho trovato facilmente il riscontro che in realtà nessun segreto di stato è mai stato formalmente opposto ai giudici che hanno avuto a che fare con la vicenda. Ci sono state testimonianze ritenute reticenti, rogatorie internazionali arenatesi e rimaste senza risposta, ma non la formale opposizione del segreto. Del resto, la sola ipotesi di usare uno strumento del genere di fronte a un evento come quello di Ustica non avrebbe potuto reggere una settimana in un paese con un tasso di democrazia effettiva perfino inferiore al nostro. Dunque Leoluca Orlando, come in altre occasioni, alimenta leggende. Leggende che sul segreto di stato fioriscono anche a proposito della strage di Bologna, con qualche fondamento formale in più visto che si allude a documenti relativi alla scomparsa in Libano dei giornalisti Toni e De Palo. In quelle vecchie carte c'è qualcosa che riguarda la rete informativa italiana in medio oriente. Il fatto è che il nesso con la strage della stazione è a dir poco labile. Ancora diverso è il caso del rapimento del fondamentalista Abu Omar. Lì il segreto di stato c'è davvero e probabilmente ha anche una logica, che però non riguarda il nostro paese.
© 2013 Il Foglio. Tutti i diritti riservati
SU