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Dalla Rassegna stampa

La notizia rischia di finire nelle brevi, a tutto concedere, dei quotidiani nazionali di oggi. Lo spazio sarà tutto nella cronaca locale e dunque l'eco della conferenza stampa della procura di Palermo non varcherà lo Stretto di Messina. Forse è un peccato perché è una di quelle piccole notizie che aiutano a capire. Il procuratore aggiunto Scalia ha esposto i risultati di una indagine dei carabinieri, durata alcuni anni, che ieri ha portato a 22 arresti e 41 indagati per un vasto traffico di droga fra le province di Palermo, Trapani e Ragusa, almeno le prime due ad altissima densità mafiosa, come usa dire. Uno snodo centrale dell'organizzazione era Partinico, paese natale di Frank Coppola, dove alcuni nuclei familiari avevano adibito le loro case a veri e propri "punti vendita" come ha raccontato il magistrato che ha definito gli arrestati non solo piccoli spacciatori ma, almeno alcuni di loro, rifornitori di grosse quantità di stupefacenti. Dov'è la notizia di rilievo nazionale? Sta nelle parole del procuratore aggiunto quando ha assicurato che nell'indagine non è emerso alcun rapporto con la mafia. L'ipotesi che una faccenda del genere sia potuta durare anni senza un brusco intervento mafioso per accaparrarsene i profitti è la migliore fotografia della situazione della mafia a vent'anni dall'arresto di Riina.

 

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