Bordin line

La formazione delle liste elettorali è forse il più crudele dei ' momenti per chi fa politica. La possibilità di una candidatura è qualcosa in grado di far uscire di senno gli spiriti più forti. La delusione di non trovare il proprio nome in lista si manifesta in modo più cocente di quella patita da chi non viene poi eletto. È un fenomeno che mi ha sempre affascinato perché trova conferme sorprendenti ad ogni scadenza elettorale e la sorpresa deriva dalla assoluta irrazionalità di comportamenti del genere. Il deputato uscente teme la diminuzione di "status". Spesso per la verità anche di reddito, ma non sempre. Il fatto è che il non ricandidato ritiene che il paese non possa fare a meno del suo apporto se non in quella forma. E siccome finisce per crederci davvero, scivola nel grottesco. Per non parlare di chi si affaccia per la prima volta e pur di vedere il suo nome - dio non voglia la sua faccia - stampata su un manifesto è pronto a tutto, anche a rovinarsi. I partiti, grandi o piccoli ma veri, servivano anche a ridurre e marginalizzare pulsioni del genere, Da tempo anche in questo campo i freni inibitori sono saltati. La novità è nel fatto che ora l'irrazionalità rischia di travolgere i simboli, oltre che i singoli.
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