Bordin line

Dalla Rassegna stampa

Leggo sempre con interesse e con amicizia Massimo Teodori e così anche ieri sul Corriere della Sera. L'aspetto della vicenda politica del presidente Monti segnalato nel commento di Teodori è senza dubbio significativo. Certo c'è stato il ruolo dell'Europa ma la spinta più significativa alla possibile ma non ancora certa "lista per Monti" l'hanno data in Italia gli ambienti della chiesa, a cominciare dalla Conferenza episcopale, attraverso il suo quotidiano così critico con Berlusconi, fino a Comunione e Liberazione, le Acli, Sant'Egidio. Teodori mette in guardia Monti da quello che Garibaldi chiamava "l'odore del prete". La penso come lui e come Garibaldi, abbiate pazienza. Però avverto un paradosso. Se il progetto del "partito di Monti" riesce - e non mi pare affatto detto - la realtà politica italiana diviene finalmente vicina alla normalità europea occidentale. Un grande partito laburista, un grande partito cristiano popolare. Più inevitabilmente qualcosa d'altro, ma messo in posizione marginale. Non riesce, ma se dovesse riuscire sono sicuro che non spiacerebbe proprio ai liberaldemocratici come Teodori. Capisco però che ammettere che ci sono voluti i preti per fare il miracolo sarebbe irritante.

 

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