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Non è certo come il referendum recentemente votato in Colorado, ma la sentenza della Corte costituzionale depositata giusto una settimana fa non sarà priva di effetti sociali, oltre che giudiziari, a proposito di consumo e piccolo spaccio di sostanze stupefacenti. Il consumatore spesso fa acquisti non solo per sé, esponendosi così all'accusa di spaccio o di cessione gratuita. Oppure per pagarsi la sua dose accetta di venderne qualcuna. Comportamenti che si cronicizzano a causa della dipendenza e portano rapidamente a varcare le soglie del carcere. La Consulta ha ora dichiarato l'illegittimità costituzionale della cosiddetta legge "ex Cirielli" nella parte in cui vieta la applicazione della prevalenza delle attenuanti per i recidivi in materia di legge sugli stupefacenti. Dovrebbe esserci anche qualche beneficio in tema di sovraffollamento carcerario, ma soprattutto i giudici costituzionali restituiscono con questa sentenza discrezionalità ai giudici nel modulare la sanzione penale sulla base della persona che si trovano di fronte e della sua storia. La legge del 2005 valorizza un criterio oggettivo per evitare decisioni arbitrarie ma, soprattutto per alcune fattispecie di reato, il costo sociale dell'automatismo delle sanzioni può rivelarsi un rischio maggiore.
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