Bordin line

"Ankara, Atene, mo' Roma viene" è uno slogan che sentii con le mie orecchie scandito da un corteo del Msi. Avanzavano per piazza Venezia guidati dal generale De Lorenzo, l'uomo del "piano Solo", deputato monarchico confluito nel partito di Almirante, Caradonna deputato e capomanipolo e Gionfrida, detto "la gatta" perché tirando una bomba a mano contro la libreria Rinascita in via delle Botteghe oscure, calcolando male i tempi, ci aveva "rimesso lo zampino". Visto il precedente la sede del Pci era presidiata, anche da giovanotti del movimento studentesco. Era il 1972, in Grecia c'erano i famigerati colonnelli e in Turchia l'esercito aveva fatto uno dei suoi ciclici colpi di stato. Oggi è tutto diverso, eppure quello slogan è stato scandito di nuovo, almeno così ho letto, davanti alla sinagoga di Roma. A volte ritornano, e qualche collega mi assicura di aver sentito gli stessi cori anche sabato scorso alla manifestazione del Movimento sociale europeo, in tutto cento persone da tutta Europa. Lo slogan è uguale, l'ideologia degli urlatori identica ma stavolta non si invoca il golpe dell'esercito quanto la reazione a quello "delle banche". Sempre fascisti sono, ma stavolta non è questione di un presidio di giovanotti di buona volontà. Ci vorrebbe la politica.
© 2012 Il Foglio. Tutti i diritti riservati
SU