Bordin line

Dalla Rassegna stampa

Accantonato tutto e rinviato a lunedì il dibattito in Aula sulla nuova legge a proposito di diffamazione a mezzo stampa, c'è forse il tempo di riflettere su un aspetto che non riguarda il merito della questione ma il metodo. Affermare che la questione non deve essere risolta con il carcere, a me, che non sono un giurista, sembrava un modo per limitare la faccenda nell'ambito della giustizia civile. Invece la riforma prevede un processo penale con tre gradi di giudizio per una sanzione pecuniaria. Posto il quesito a un amico che si intende di legge mi ha spiegato che si tratta di una tendenza negativa già da tempo in atto. Una volta il codice penale era più smilzo, oggi il suo spessore è cresciuto. I giuristi la chiamano "pan-penalizzazione" e descrivono un fenomeno non solo italiano che tende a dilatare le competenze dei tribunali penali per questioni che potrebbero essere più velocemente risolte. Era troppo chiedere che per questo tipo di reati, su querela di parte, si facesse il percorso al contrario, evidentemente. Peraltro, l'aspetto peculiare del nostro paese, rispetto agli altri paesi europei, sta nel fatto che anche il funzionamento della giustizia civile peggiora sempre più, con ricadute disastrose sulla credibilità complessiva del nostro paese anche dal punto di vista economico.

 

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