Bonino e il velo a Teheran. Giallo o invenzione (iraniana)?

Dalla Rassegna stampa

Ma il velo, Emma Bonino a Teheran, lo ha messo per forza o per libera scelta? A sentire un’agenzia iraniana vicina ai conservatori, prontamente e maliziosamente ripresa dal quotidiano israeliano Ha aretz, il ministro degli Esteri sarebbe stata protagonista di un piccolo incidente diplomatico nel corso della storica visita del dicembre scorso. Secondo questa ricostruzione infatti, poco dopo l’atterraggio in Iran, la Bonino sarebbe stata raggiunta a bordo dell’aereo da un funzionario del governo sciita, che le ha chiesto di scegliere uno dei foulard che teneva in mano e di indossarlo prima di mettere piede a terra. Di fronte al rifiuto del capo della Farnesina, così i media iraniani, gli uomini del protocollo avrebbero avvertito il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, il quale ha risposto seccamente che, se la collega italiana si fosse rifiutata di indossare il velo, tutti gli incontri in agenda sarebbero stati annullati e poteva anche tornarsene a Roma. Solo di fronte al rischio di veder fallire la visita, Bonino si sarebbe coperta il capo prima di scendere dall’aereo.

È andata veramente così? No. Noi che c’eravamo possiamo tranquillamente dire che il ministro è scesa a terra a capo scoperto. Quindi il dettaglio di un funzionario che sale sull’aereo di uno statista straniero, oltre che inaudito nella prassi diplomatica, è quanto meno dubbio. Il racconto viene smentito dalla Farnesina, che parla di «ricostruzione fantasiosa» dei media iraniani, quelli conservatori, che potrebbe spiegarsi proprio con l’irritazione di fronte alle foto del ministro, scesa dall’Airbus senza velo. Dopo invece, Emma Bonino il copricapo lo ha sfoggiato in tutte le occasioni ufficiali della visita. Lo aveva fatto anche nel 1997, durante il viaggio da commissario europeo nell’Afghanistan dei talebani, in segno di rispetto per la cultura locale. Ma non le era servito: insieme ad altre 18 persone, fra cui l’inviata della Cnn Christiane Amanpour, era stata fermata per tre ore dopo la visita a un ospedale femminile, dove le telecamere avevano ripreso delle scene in cui comparivano delle donne.

 

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