Bonino: "una boccata d'ossigeno: le leggi ci sono e vanno rispettate"

Dalla Rassegna stampa

«Ora vediamo le motivazioni del provvedimento del Tar. Da quello che mi dicono sono moto lunghe. Cornelio sempre detto: i giudici vadano avanti, chi deve decidere decida». Emma Bonino mantiene un profilo basso anche in serata. quando la notizia dell'ordinanza del Tribunale amministrativo regionale diventa pubblica. Nel giorno del suo sessantaduesimo compleanno, la candidata alla presidenza della Regione del centrosinistra è in automobile quando l'avvertono della decisione del Tar. Ha appena terminato un incontro pubblico, in un teatro di Civitavecchia, con i partiti della coalizione. Finisce e saluta alle 19.20. sale in macchina per tornare a Roma e la informano dell'esito della nuova puntata al Tribunale amministrativo regionale. Un tassello che però dovrà inserirsi in un puzzle più complesso: questa mattina l'assemblea nazionale dei Radicali per decidere la linea da seguire. Improbabile l'ipotesi di un ritiro dalle elezioni.
La linea della moderazione dei toni sembra prevalere anche nel resto del centrosinistra. Ieri Esterino Montino, vicepresidente della Regione e capolista del Partito democratico, ha spiegato: «Mi auguro che il centrodestra, almeno questa volta, prenda atto della sentenza del Tar con sobrietà e senza esagerazioni. Teniamo conto che è l'ennesima bocciatura che riceve la lista del Pdl. Credo sia veramente arrivato il momento di abbassare i toni e di consentire da parte di tutti (e soprattutto verso gli elettori) un clima di fiducia con la scadenza del voto ormai prossima». Il pronunciamento del Tribunale amministrativo, di fatto, va nella stessa linea della Regione: domenica sera la giunta aveva deciso di ricorrere alla corte costituzionale contro il decreto salva liste del governo, sostenendo che la competenza era solo regionale. Ieri il Tar ha detto: il decreto legge approvato venerdì dal governo non trova applicazione nel presente giudizio, «considerato che nel Lazio il sistema elezioni è disciplinato dalla Regione con una legge, esercitando le competenze date dalla Costituzione».
Ora l'attesa del Partito democratico è concentrata sulla decisione di oggi dell'ufficio elettorale del tribunale a cui, ieri, il Pdl ha comunque consegnato la lista. «Siamo soddisfatti perché il Tar ha accolto integralmente la nostra tesi - ha spiegato l'avvocato Federico Vecchio, uno dei legali del Pd al Tar del Lazio -. L'ufficio circoscrizionale elettorale potrà decidere comunque autonomamente se annettere o meno il Pdl, ma se dovesse accettarla faremo ricorso al Tar, che ha già dichiarato il decreto legge non applicabile nel caso specifico». In sintesi: se l'ufficio  circoscrizionale elettorale ammette la lista del Pdl - ha 24 ore per decidere - il Pd fa ricorso al Tar che già ha chiarito il suo orientamento. Dal Partito democratico. ieri il segretario regionale. Alessandro Mazzoli, ha commentato: «Il sopruso è stato cancellato. Ora il governo non tenti altri colpi di mano, e accetti il responso dei giudici». Dagli altri partiti della coalizione Verdi, Sinistra Ecologia e Libertà - arriva sostanzialmente lo stesso commento: andiamo avanti, si vada al voto, il Pdl rispetti la sentenza del Tar. Per Italia dei Valori ha parlato Leoluca
Orlando: «La decisione del Tar del Lazio dimostra il carattere innovativo e non interpretalivo di un decreto salva lista eversivo e incostituzionale. Un decreto che una vera a propria provocazione istituzionale, perché voluto dal capo del governo, che è il leader della stessa lista
riammessa dal decreto ad hoc».

 

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