Bonino sveglia i democrat, Boccia conquista i centristi

Emma Bonino e Francesco Boccia: sarebbero questi due i nomi che permetteranno al Pd di uscire dallo stallo nel quale si era trovato rispettivamente in Lazio e Puglia, in vista delle elezioni regionali del 28 marzo. La prima si è auto-proposta ieri (lanciando al contempo il nome di Oliviero Toscani come candidato radicale per la presidenza della Toscana, dove per i dem correrà Enrico Rossi), il secondo ha raccolto nella stessa giornata la convergenza dell’Udc sul suo nome, indipendentemente dalle scelte del governatore Nichi Vendola. Le alleanze variabili appaiono insomma sempre più come la regola applicata dai dem per la prossima tornata elettorale.
Zingaretti “l’esploratore”
La discesa in campo di Emma Bonino ha sparigliato i giochi nel centrosinistra laziale.
Con l’Udc apparentemente sempre più vicina alla candidata del centrodestra Renata Polverini (la decisione ufficiale dei centristi è attesa per domani) e il Pd ancora incapace di trovare al proprio interno o in ambienti vicini candidature in grado di competere con la leader dell’Ugl, la strada più probabile per i dem sembra oggi proprio quella del sostegno alla vicepresidente del senato.
Per il momento, l’unico atto ufficiale concordato tra i responsabili nazionali e quelli regionali del partito è l’affidamento a Nicola Zingaretti di un mandato “esplorativo”, per «accertare le condizioni politico programmatiche e la candidatura più idonee e coerenti per costruire una nuova e larga alleanza per le elezioni regionali nel Lazio». Il presidente della provincia di Roma, sul cui nome si è puntato finora per provare ad ampliare la coalizione ai centristi, si è impegnato a lavorare nel più breve tempo possibile e già giovedì potrebbe riferire sugli esiti delle sue consultazioni, in occasione dell’incontro previsto tra Bersani e i vertici laziali del Pd. Un suo trasloco alla regione a questo punto è escluso da tutti e lui stesso precisa che proverà a «verificare candidature autorevoli, anche all’esterno del Pd».
La tempestività con la quale i radicali hanno riproposto il nome della Bonino, già emerso un paio di mesi fa anche con il sostegno di una parte del Pd, avrebbe così la meglio sulla volontà dei dem di continuare a cercare un candidato al loro interno.
Anche se più che ricercata, la convergenza sul nome della vicepresidente del senato appare “subita” dai dirigenti democratici.
Via al laboratorio Puglia?
La palla passa nel campo del Pd anche in Puglia. Ieri Pier Ferdinando Casini, dopo aver riunito i vertici locali dell’Udc, ha rotto gli indugi: «Boccia presenti subito una coalizione – ha chiesto al candidato indicato dai dem – noi rischiamo, siamo disposti per un disegno politico anche a perdere, ma il Pd non perda più tempo a inseguire Vendola». Il leader centrista ha concesso ai democratici 48 ore di tempo per abbandonare definitivamente la richiesta di ricorrere alle primarie, che continua a essere avanzata soprattutto dalla minoranza franceschiniana in regione, altrimenti «da lunedì si apre una partita diversa ».
Il governatore pugliese, comunque, non si tira indietro: «Vendola si ricandida», conferma l’esponente di SeL, Gennaro Migliore, secondo il quale «la vicenda ha un carattere nazionale ed è di una gravità estrema. Si vuole cancellare lo strumento democratico delle primarie sulle quali è nato il Pd». Anche il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, stigmatizza «la subalternità con cui il Pd sta ricercando l’accordo con l’Udc nelle regionali» e per questo si appella a SeL e Idv per incontrarsi nei prossimi giorni e ricercare una strategia comune.
Primarie “virtuali” in Umbria?
Rimane ancora incerto l’evolversi della situazione in Umbria, dove sono state fissate per il 24 gennaio le primarie per la scelta del candidato governatore. Sono due i candidati che si sono regolarmente presentati: Mauro Agostini, ex tesoriere del Pd, e Maria Rita Lorenzetti, presidente uscente della regione. Quest’ultima, però, correrebbe per il terzo mandato e, secondo lo statuto regionale del partito, avrebbe bisogno per questo di una deroga approvata dai due terzi dell’assemblea. Una soglia che non pare in grado di raggiungere, visto il no dei franceschiniani.
Il segretario regionale Lamberto Bottini, chiamato a sciogliere il nodo, ha rinviato la riunione degli organismi interni a venerdì, quando sarà presente a Perugia anche Maurizio Migliavacca.
Calabria e Campania, si stringe
Domani, intanto, Bersani riceverà i dirigenti locali di Calabria e Campania, le altre regioni in cui non si sono ancora definite candidature e alleanze. Come in questi casi, anche in Veneto rimane ancora da definire la posizione dell’Udc. Scontato il no al leghista Zaia, anche una convergenza con il Pd sul centrista Antonio De Poli appare difficile da raggiungere ai dirigenti dem locali, a meno di un accordo su base nazionale. Se questo non ci sarà, appare in pole position Laura Puppato.
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