Bonino: "Rispetto delle regole e legalità restino nell'agenda politica"

Dalla Rassegna stampa

Pochi minuti per ammettere la sua sconfitta. Emma Bonino sale sul palco poco dopo l’una di notte per dire grazie a chi l’ha sostenuta, a chi l’ha votata, ma soprattutto per ridare forza a quello in cui ha sempre creduto: «In questa campagna elettorale ho posto con forza il tema del rispetto delle regole, il senso delle regole e delle istituzioni: spero che questo non cada nel vuoto, che questi temi rimangono nell’agenda politica. La stessa astensione ci interpella». Tutto è cambiato in pochi minuti: la Bonino non ce l’ha fatta. Facce tristi, deluse, gli occhi macchiati di rimmel, le frasi sussurrate davanti ai numeri per provare a capire i motivi della sconfitta, «perché allora non potremo mai cambiarle le cose...», dicono le donne e gli uomini che si ritrovano al comitato elettorale della Bonino in questa lunga notte. «Spero sia un inizio, anzi voglio credere che sia un inizio di un modo diverso di costruire la politica in questo paese. Penso dipenda da tutti noi difendere queste idee, questi ideali. Mi auguro non li scordiate e che continuare questa avventura insieme», poi la leader radicale ringrazia Rita Bernardini e Riccardo Milana e tutti i collaboratori del comitato con cui ha condiviso «questa battaglia appassionante e che mi ha appassionato». E prima di salire sul palco la Bonino aveva telefonato alla Polverini: «Complimenti, hai vinto».
Lei è tornata nella sede del comitato a Trastevere poco prima della mezzanotte. Sul computer scorrono i dati: 49,3 per lei, 50.1 per la Polverini. E mentre la candidata del centrodestra festeggia dall’altra parte del Tevere, a piazza del Popolo, sulla finestra del piano superiore a quello del comitato della Bonino qualcuno fa scivolare dal davanzale una bandiera del Pdl. La bandiera sventola a pochi centimetri dalla finestra dell’ufficio della leader radicale. Qualche mugugno da parte dei presenti fuori dal comitato quando l’autore del gesto, che prova anche a intonare «menomale che Silvio c’è», si affaccia dalla sua finestra. Qualcuno continua a commentare gli altri risultati, si cerca di trovare risposte chiare a «un testa a testa durato fino all’ultimo», «poi certo i numeri giunti da Frosinone sono stati devastanti per il centrosinistra», voci di sostenitori, voci di gente che nella Bonino aveva visto «una politica nuova, autonoma», «non ci resta che emigrare», «questa è la vittoria della Chiesa, non la voleva proprio uno come Emma».
Una giornata infinita quella vissuta al comitato elettorale, dove la Bonino arriva poco dopo le tre del pomeriggio, sussurra ai giornalisti un «tutto bene», eppoi resta blindata in un piccolo ufficio circondata da amici che verificano i dati che arrivano delle sezìoni, che le portano the e dolcini, mentre fuori rimangono tutti gli altri a sostenere la loro leader.
Ci sono donne che con lei sono cresciute, con lei sono andate a raccogliere firme per il referendum sull’aborto, i padri portano i figli e spiegano cosa sua succedendo in quelle due stanze piene di giornalisti, c’è anche la troupe di Al Jazeera. Sono ore da quando è iniziato lo spoglio, che va avanti il testa a testa tra lei e la Polverini.
Un sostanziale pareggio: 49,7 a 49,7, poi 49,8 a 49,8 che alle nove della sera diventa 50,2 per la candidata radicale contro il 49,1 per la Polverini. A circa metà delle sezioni scrutinate a Roma, Emma Bonino, secondo i dati diffusi dal Comune, è in testa su Renata Polverini con quasi nove punti percentuali. I quattro maxi-schermi che risuonano nel locale tappezzato dei manifesti gialli puoi fidarti, le percentuali arrivano da Piemonte, Puglia, Toscana, Lombardia, Umbria, Calabria scorrono i risultati: alle dieci di sera la partita delle Regioni è stata vinta dal centrodestra per sette a sei. Un unico timido applauso
è alle sei quando dal Viminale arriva la percentuale che vede Emma al 50,2, “ma io non faccio nessun rito, non ora”, racconta una signora dai capelli bianchi, una fedelissima dei radicali, che spera, fortissimamente spera.
Nella notte al comitato arriva Montino, che già nel pomeriggio aveva puntato l’attenzione sulle province, sul risultato che sarebbe arrivato da quei comuni. «Sul Pd c’è un dato a macchia di leopardo, con una ripresa a Roma e una difficoltà evidente nelle province che si ripercuote sul dato generale dice il vicepresidente uscente della Regione Lazio davanti allo schermo dove scorrono i risultati dell’ultima ora - il risultato è al di sotto delle aspettative.
C’è bisogno di un lavoro in profondità con tutta la classe dirigente. Consideriamo che òa Bonino se l’è dovuta vedere con Berlusconi: in campo c’è stato il presidente del Consiglio con una corazzata molto agguerrita. L’aveva detto anche Riccardo Milana, il coordinatore della campagna elettorale: «La Regione è vasta: siamo come sulle montagne russe, con percentuali che ballano. Il dato di Roma città è consolidato adesso vediamo come va in provincia».

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