Bonino: "La richiesta sarà discussa in Parlamento"

Il ministro della Difesa Mario Mauro rassicura: «La posizione italiana sul caso del Datagate non è difforme da quella che assumeranno i partner europei». Mauro ha ribadito che «nei rapporti di amicizia ci si considera alleati, ci si può anche considerare vassalli ma a quel punto non si è più amici». Ma le polemiche continuano senza sosta. «Domani in Parlamento» risponde il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ai cronisti che gli chiedono dell’asilo a Snowden. Ma interviene anche Pierferdinando Casini: «Non so quando sarà possibile audire il ministro Bonino nelle Commissioni congiunte di Senato e Camera per il caso Datagate. Non siamo in Fava (Sei) un talk show: è necessario fare un lavoro serio e meditato, respingendo ogni sentenza precostituita». Poi aggiunge: «Vogliamo chiarezza dagli amici americani e sappiamo che il Governo sta acquisendo le informazioni necessarie. Ho sentito il ministro Bonino e probabilmente faremo la riunione all’inizio della prossima settimana».
«Dopo aver letto le dichiarazioni del presidente Stucchi in ordine alle presunte rassicurazioni del direttore Massolo, non mi sento assolutamente informato a sufficienza né rassicurato. È opportuno rimanere in attesa dei chiarimenti preannunciata dal presidente statunitense e dagli approfondi- menti ancora da affrontare sul Datagate e sull’illecito sistema collegato» afferma il senatore Pd Felice Casson del Copasir. In effetti il presidente del Copasir Stucchi non aveva usato mezzi termini: «Mi sembra un personaggio da prendere con le pinze: dobbiamo evitare di prendercelo in casa. Mi auguro che la sua domanda di asilo non venga accolta. Non credo che Snowden sia un filantropo...». Di diverso avviso il parlamentare di Sel e componente del Copasir, Claudio Fava: «Apprendiamo che Edward Snowden ha chiesto asilo politico all’Italia. Ci auguriamo che il Governo e la Farnesina siano favorevoli ad accogliere nei nostro paese una persona colpevole soltanto dì aver svelato al mondo la più colossale e impunita attività di spionaggio che i servizi segreti statunitensi hanno messo in atto dal dopoguerra a oggi ai danni di centinaia di milioni di cittadini americani ed europei». E aggiunge: «Il programma Prism ha permesso all’intelligente degli Stati Uniti un accesso indiscriminato e prolungato ai dati sensibili del traffico telefonico e telematico tra gli USA e l’Europa, consumando una violazione plateale e ingiustificata della privacy di ciascuno di noi. Concedere a Snowden l’asilo politico è un atto dovuto per riaffermare l’inviolabilità del diritto alla riservatezza di ogni persona».
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