Bonino: il Pd mi scelse perchè non aveva candidati

Emma Bonino lo ha ripetuto anche nella notte della sconfitta nell’assemblea dei Radicali: chi non capisce l’importanza della televisione, non comprende le ragioni profonde di questa sconfitta. Dice chi le è vicino: puoi anche andare per tre volte a parlare a Rieti o a Pomezia, ma poi bastano otto minuti di Berlusconi in televisione per ottenere un effetto più profondo e diffuso. Non si gioca ad armi pari, dice la Bonino. Che paradossalmente proprio da una televisione di Mediaset, ieri, è stata quasi tirata per la giacca in un dibattito sulle ragioni della sconfitta, sia pure di misura, nel Lazio. In ballo c’è il solito Tapiro, Striscia la notizia che le rinfaccia un fuori onda precedente allo spoglio delle schede. Emma Bonino aveva analizzato ricordando la scelta del Pd nel dopo scandalo Marrazzo: «Nessuno di loro aveva voglia di mettere la faccia su una sconfitta e mi hanno appoggiato perché non avevano alternative». Staffelli, l’inviato di Striscia la notizia, ieri l’ha incalzata mentre saliva in macchina sulle eventuali responsabilità degli alleati. Lei ha risposto: «Più che una mancanza del Pd, forse c’è stato un po’ di attivisino di Berlusconi, che è stato più determinante. Ho questo sospetto». E si torna alla casella di partenza, a quanto aveva già dichiarato la leader radicale nel discorso al comitato elettorale quando ha preso atto della sconfitta: la presenza senza pause di Berlusconi in tv ha influenzato il risultato. E quando qualche ora prima l’avevano accusata di continuare a parlare su Radio Radicale a campagna elettorale terminata, lei aveva risposto piccata: “Se la Polverini vuole fare cambio io ci sto: a me datemi i tg, a loro diamo Radio Radicale”
Il tapiro di Striscia ieri ha causato anche un piccolo giallo, il ruolo di D’Alema. Lo staff di Emma Bonino ha smentitola ricostruzione secondo la quale lei avrebbe detto sì a Staffelli che le chiedeva se D’Alema avesse regnato contro. «Ma quale sì dicono i collaboratori della Bonino - Basta guardare le immagini per capire che si trovava in macchina, con i finestrini alzati. Va da sè che Emma Bonino non ha neppure sentito le parole di Staffelli». Commento finale della stessa leader radicale nel giorno dopo la sconfitta al temine di un logorante testa a resta: «Attapirata sì, mugugnante mai».
Ieri Emma Bonino ha tentato di tornare alla normalità: mattinata a casa, pomeriggio in Senato. Per oggi ha convocato una conferenza stampa con Marco Pannella, alle 15.30, in cui farà un bilancio di queste elezioni regionali. Ieri però ha incassato il ringraziamento di uno degli uomini forti del Pd, Nicola Zingaretti, che difende l’ultimo fortino nel Lazio, la Provincia di Roma: «Un ringraziamento sentito e sincero a Emma Bonino, splendida protagonista di una campagna elettorale nella quale partiva dall’inizio con un grande squilibrio nel peso delle liste. Emma, dall’opposizione, saprà fornire idee e visioni che faranno bene a tutti noi». Nel Pd laziale, in realtà, è già cominciata una resa dei conti: è vero che cinque mesi fa, con Marrazzo protagonista delle cronache da via Gradoli, nessuno avrebbe sperato in una vittoria; ma resta anche da capire la linea di un partito che ha tentato fino a Natale l’accordo con i cattolici dell’Udc, poi quando questo progetto è fallito ha sostenuto la candidatura di una laica come Emma Bonino. Ma questa è un’altra storia.
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