Bonino: "In luglio partirà il processo ai marò"

Dalla Rassegna stampa

«In luglio dovrebbe iniziare il processo ai marò», ovviamente in India, secondo il ministro degli Esteri, Emma Bonino. Il condizionale è d’obbligo tenendo conto del braccio di ferro con Delhi sulla testimonianza dei quattro fucilieri di marina, rientrati in Italia, della stessa squadra di protezione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Non solo: l’ultimo testimone italiano richiesto dagli indiani dell’equipaggio della nave Enrica Lexie, il comandante in seconda Carlo Noviello, è in navigazione ed è atteso a Delhi nei primi dieci giorni di luglio.

Ieri mattina a Radio 24 il ministro Bonino ha dichiarato: «Credo che il processo ormai verrà fatto in India, dalla corte speciale». Questa strada è stata indicata come «giusta e rapida», ma dopo 16 mesi abbiamo perso la battaglia sulla giurisdizione italiana. «Le ulteriori indagini dovrebbero finire tra poco e a luglio dovrebbe iniziare il processo con i marò che sono difesi da un collegio di avvocati italiani dello Stato e legali indiani» secondo la rappresentante degli Esteri.

In realtà ci sono ancora degli osta- coli a cominciare dal mancato accordo sull’interrogatorio di Massimo Andronico, Alessandro Conte, Antonio Fontana e Renato Voglino, i fucilieri di Marina che erano a bordo dell’Enrica Lexie il 15 febbraio 2012 quando Latorre e Girone hanno respinto un sospetto attacco dei pirati. Gli indiani li accusano di aver ucciso due innocenti pescatori.

Roma ha proposto una teleconferenza, l’interrogatorio in Italia o una deposizione scritta, mentre gli indiani vorrebbero sentirli in India. Il comandante della nave italiana, Umberto Vitelli, il primo e secondo ufficiale oltre a due marinai indiani si sono già recati a Delhi per rispondere alle domande della polizia antiterrorismo (Nia), che sta conducendo la nuova inchiesta. La sospetta minaccia pirata, le procedure di reazione e l’allarme prima di sparare sono stati confermati. «Gli indiani devono ancora sentire il comandante in seconda Noviello, che è imbarcato nel Golfo del Messico e a breve si recherà a Delhi», spiega Pio Schiano Lamoriello, direttore della società armatrice della Lexie, la Fratelli D’Amato di Napoli.

Il caso di Latorre e Girone, secondo il ministro degli Esteri, è stato gestito «in modo un po’ pasticciato da parte dell’Italia e anche indiana». Non solo: «Il processo in Italia, se lo volevamo, potevamo farlo prima». La nostra magistratura certo non si è mossa per trattenerli ed il precedente governo li ha rimandati indietro dopo la licenza per il voto, ma prima aveva deciso di non farlo. L’ex premier Mario Monti ha risposto dagli schermi di Rai 3: «Nella vicenda dei marò ho fatto tutto quello che era nelle mie disponibilità».

L’ex ministro Giulio Terzi, che non voleva rimandare i fucilieri in India, sottolinea al Giornale: «Continua ad essere inspiegabile il perché l’Italia abbia rinunciato all’arbitrato internazionale. C’è una chiara volontà di nascondere il fatto che esiste una procedura che obbliga il Tribunale per il diritto del mare, ai sensi della convenzione Onu (Unclos), di esprimersi entro 60 giorni con una prima decisione che magari ci darebbe ragione portando i marò a casa». Il ministro Bonino ha confermato, sempre a Radio 24, che l’inviato de La Stampa, Domenico Quirico, «è in vita» ed i contatti per liberarlo «stanno continuando attraverso i canali diplomatici e dei servizi».

 

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