Bonino candidata, nuovo vertice del Pd Polverini: "Ecco il laboratorio Lazio"

«L’individuazione di una forte e autorevole candidatura di carattere nazionale, una novità da cui ripartire, o la verifica di un possibile sostegno alla candidatura di Emma Bonino». Sono due le ipotesi tracciate da Nicola Zingaretti, per individuare il candidato Pd per la Regione Lazio. Il presidente della Provincia ha esaurito in appena 24 ore il compito assegnatogli martedì dai vertici nazionali del partito: trovare la quadra per l’ingarbugliata situazione del Lazio. «Ho riferito al segretario nazionale Bersani e al segretario regionale Mazzoli queste mie valutazioni - dice Zingaretti - Si tratta ora di fare scelte politiche che dovranno compiere gli organismi dirigenti».
Insomma, la discesa in campo della Bonino, che si è candidata per i Radicali, ha avuto l’effetto di un terremoto sulle trattative interne al centrosinistra. «È evidente che si debba chiudere in tempi rapidi la questione della candidatura nel Lazio - osserva Zingaretti - Per questo, in questi due giorni, ho svolto molti colloqui con gli esponenti politici coinvolti nella ricerca di una candidatura del centrosinistra e sostenuta dall’Udc». Ma le condizioni per una soluzione del genere, spiega l’inquilino di Palazzo Valentini, «ancora non esistono».
Quindi Emma Bonino resta in pole position, incassando una serie di consensi che vanno dalla sinistra radicale a Bobo Craxi. Ma nel Pd non mancano resistenze, in particolare tra gli esponenti più vicini al mondo cattolico. Forti, come quella di Paola Binetti, che minaccia di andare via dal partito in caso di sostegno alla Bonino. O più di ordine strategico: «Si vince sempre al centro e si vince, soprattutto, quando si accoglie e si valorizza nella proposta politica di una coalizione la sensibilità dei credenti», argomenta Lucio D’Ubaldo. Quindi c’è l’area vicina all’ex segretario Enrico Franceschini (e a Walter Veltroni), che con Roberto Morassut punta il dito contro «gli errori di conduzione molto gravi commessi dal partito nel Lazio: innanzitutto sacrificando una regione strategica come le nostra sul tavolo delle trattative per altre regioni, in primis la Puglia».
Ma quale potrebbe essere il candidato giusto? Di sicuro un nome autorevole, di spessore nazionale, magari in grado di tentare l’intesa in extremis con l’Udc, sempre più orientata verso Renata Polverini. In ambienti del Pd si parla di contatti avviati da Bersani con Enrico Letta, che sarebbe la prima scelta del segretario nazionale per una candidatura “interna”. Meno probabili altre ipotesi, da Marco Follini a Rosy Bindi. «Ma io preferirei una personalità più legata al territorio, come Achille Serra», chiosa Morassut. E Pierluigi Castagnetti fa il nome di Silvia Costa.
In testa alla lista dei papabili, comunque, resta la Bonino. Che nel Pd del Lazio ha molti sostenitori: dall’assessore regionale Claudio Mancini, che parla di «candidatura potenzialmente molto forte, che andrebbe sottoposta dal centrosinistra al percorso delle primarie»; a Paola Concia, secondo cui «sarebbe una bellissima candidatura». Oggi vertice del partito, forse decisivo.
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