Bonino: candidata non amata da tutti

In questi giorni tutti si sono dichiarati sorpresi del modo in cui le candidatura di Emma Bonino alla guida della regione Lazio è stata accettata dai vertici del Partito democratico. Qualcuno si aspettava dal Partito democratico una maggiore "resistenza". Anche tra i radicali. Tuttavia, dopo qualche incertezza, Pierluigi Bersani ha immediatamente accettato la candidatura della parlamentare piemontese. Per la Bonino la sfida che si presenta è quella di dimostrare che una componente liberale, ambientalista e laica del centrosinistra può risultare decisiva e togliere voti al centrodestra. Le potenzialità ci sono, ma sarà difficile che l`apparato del Partito democratico la sostenga convintamene e completamente; questo per i limiti che hanno sempre caratterizzato questa sorta di ibrido politico nato due anni fa dall`Ulivo. Nei giorni scorsi abbiamo sentito più di un esponente del Pd alla Camera dire: "lo la Bonino non la voterò mai". Ma con la loro scelta, i Radicali hanno dato un grande aiuto al segretario del Pd Bersani, che nel Lazio non sapeva proprio chi proporre. Tutti i principali esponenti del Pd erano fuggiti. Era sparito Walter Veltroni, in crisi con se stesso; era scomparso anche il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che era stato quasi costretto a fare l`esploratore per cercare un nuovo candidato per il Pd dopo il suo rifiuto. Adesso toccherà alla Bonino affrontare la sfida, dando una grande opportunità al Pd del Lazio e a tutto il centrosinistra per riorganizzarsi. Nelle prossime settimane sarà curioso vedere il comportamento dei radicali su alcune questioni sulle quali si erano impuntati nelle ultime consultazioni regionali. Infatti ci chiediamo cosa diranno i radicali sulle presunte firme false per la presentazione delle liste dei partiti nel Lazio; cosa diranno sui manifesti abusivi dei partiti politici in questa campagna elettorale? Per il Pd la scelta di cedere il passo alla Bonino suona un po` come un azzardo. Non tutto il Pd laziale ha accettato questa candidatura. I sostenitori delle primarie del Pd non sono d`accordo sulla candidatura della Bonino; non lo sono nemmeno gli esponenti del Pd che provengono dal mondo sindacale. Altri mal di pancia si registrano anche tra i cattolici del Pd, che restano pur sempre una componente importante del Partito democratico. Per non parlare di quello che faranno i vertici dell`Idv, che certo non hanno mai gradito la politica garantista dei radicali sulla giustizia. Ben pochi sono convinti che gli uomini del vecchio apparato del Pci, oggi nel Pd, la sosterranno. C`è chi dice che, con questa candidatura, per Bersani si presenterebbe anche un`occasione irripetibile per chiudere il discorso con i radicali e mandarli tra le braccia dei socialisti e dei frammenti socialisti sparsi nel centrosinistra con questa motivazione: non sono decisivi. Ma prima di dare un giudizio su questa candidatura e sul reale appoggio degli alleati sarà il caso di ascoltare il programma politico con il quale la Bonino si presenterà alle prossime elezioni regionali. Se nella lista programmatica dei radicali ci saranno dei punti sui quali il Pd è destinato a spaccarsi, sarà chiaro che la Bonino non punta a vincere la sfida quanto a spaccare il Pd e a proseguire un antico conflitto che vedeva i radicali contrapposti alla sinistra comunista e oggi al Pd. Da questo punto di vista la candidatura dell`esponente radicale sarebbe in linea e coerente con lo spirito politico dei radicali.
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