«Bisogna abolire i campi per i feti - È un fatto di civiltà verso le donne»

Dalla Rassegna stampa

Silvio Viale è contrario da anni al «campo per feti». Non è un caso, quindi, che due settimane fa abbia deciso di formulare una proposta di delibera in consiglio comunale che lo abolisca.

Perché non le piace la tumulazione di feti e bimbi mai nati?

«Per un fatto di civiltà».

Civiltà verso chi?

«Verso le donne. Molti feti che arrivano dal Sant’Anna, ma anche dal Maria Vittoria e dal Martini, vengono tumulati nel campo, indipendentemente dalla volontà delle madri. Si tratta nell’80 per cento di aborti terapeutici».

Lei lavora al Sant’Anna. Cosa succede lì?

«Non vedo malafede. Solo una certa inerzia, disattenzione e burocratizzazione di ogni passaggio. Vedo donne stravolte, subito dopo l’aborto. Prima venivano informate della tumulazione a voce. Oggi attraverso un foglio. Firmano, piangono. Non leggono nemmeno». 

Sul momento, certo, il trauma. Ma poi, magari, hanno ripensamenti, vorrebbero andare a deporre un fiore. Ci ha mai pensato?

«Non è ciò che capita in quel campo. C’è un senso triste di abbandono. Le rare piccole lapidi volute, pagate dalla famiglia, sono curate. Le altre accanto, la maggior parte, comunali decise arbitrariamente, sono abbandonate. Le donne non sono mai andate lì».

Crede che il Comune abolirà il cimitero per feti?

«Sarebbe una scelta civile. Per di più con la decisione di Papa Benedetto XVI di abolire il limbo sono cadute anche le barriere religiose. L’ideale sarebbe la cremazione. E poi spargere le ceneri sul roseto della Rimembranza. Le mamma avrebbero anche un posto in cui piangere».

 

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