La via bipartisan per la nuova legge

Ha preso vita ieri la lega per l'uninominale, associazione bipartisan costituita da parlamentari (molti del Pd, radicali e finiani) che, nel dibattito sulla riforma della legge elettorale, sono uniti da una netta opposizione all'ipotesi di modello tedesco proporzionale. In mattinata è stata convocata, al Teatro dei Comici a Roma, la prima assemblea dell'associazione, lanciata il 18 agosto scorso con la pubblicazione del "Manifesto per l'Uninominale". All'unanimità, l'assemblea ha scelto il nome dell'associazione. Ha poi eletto un comitato dei coordinatori, con il compito di redigere lo statuto definitivo e di rappresentare l'associazione fino alla sua entrata in vigore.
Questo è composto da Mario Baldassarri, Franca Chiaramonte, Antonio Dainelli, Maria Ida Germontani, Pietro (chino, Fulco Lanchester, Antonio Martino, Marco Pannella, Mario Patrono. Tesoriere è Michele De Lucia. La sede associativa sarà a Roma, presso il Centro Studi Economia Reale, in via delle Coppelle. Scopo della Lega, secondo il manifesto del 18 agosto, è la "promozione di una riforma elettorale nel segno dell'uninominale maggioritario, finalizzata a più obiettivi: approdare a una riforma elettorale effettiva, durevole e orientata nel senso dei collegio uninominale indicato in modo nettissimo dagli italiani a grande maggioranza nel referendum del 1993, poi in larga parte disatteso dal legislatore". E poi, "adottare finalmente anche in Italia un sistema elettorale ispirato ai modelli sperimentati ormai da secoli in regimi civili, quali quelli anglosassoni, che si sono rivelati tra i più fecondi sul piano della democrazia, della sicurezza e del benessere dei propri cittadini".
Ha parlato su questo anche Renato Schifani. Ho sempre sostenuto che la legge elettorale andrebbe vista all'interno di un pacchetto complessivo di riforma, di funziona- mento del nostro Paese". Lo ha detto il presidente del Senato, al termine della visita col primo ministro cinese, Wen Jiabao. "Anche perché se si dovesse abolire il bicameralismo e passare ad un Senato federale, non vi è dubbio che occorre necessariamente approvare una legge elettorale diversa per il Senato rispetto a quella della Camera, che dà la fiducia al premier.
Le riforme", ha continuato il presidente dei Senato, "devono essere possibilmente condivise, in maniera tale che si possa arrivare entro la fine della legislatura ad evitare il referendum che potrebbe inficiare o prolungare la durata dell'iter legislativo. Sin da quando mi sono insediato ho lavorato e ho sempre auspicato un clima di confronto costruttivo, dialettico, ma non velenoso. Mi auguro fortemente", ha proseguito, "che questa legislatura possa continuare nell'interesse dei cittadini, che chiedono le riforme necessarie a modernizzare il Paese".
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