Biotestamento, Udc e maggioranza tentano il voto sprint

Una valanga di emendamenti, circa duemila, e posizioni che restano distanti, se non inconciliabili. Con queste premesse torna oggi in Aula alla Camera il disegno di legge sul testamento biologico, dopo un primo passaggio a marzo. Oggi si riparte con la richiesta dell'Udc, caldeggiata anche dalla maggioranza, di invertire l'ordine del giorno in modo da iniziare subito l'esame del testo, previsto al momento in coda ai lavori.
Ma anche così il percorso per arrivare al voto finale resta a ostacoli, perché i tempi incrociano, tra le altre cose, l'approvazione del Documento di economia e finanza. E un eventuale slittamento a maggio, accusano Pd e Idv, esporrebbe il testo a «strumentalizzazioni», andando a finire in piena campagna elettorale per le amministrative. Peraltro, non tutti i mal di pancia sono sopiti, anche nella stessa maggioranza, verso un testo che tocca un tema delicato come il fine vita. E un primo avvertimento arriva dal 'Responsabile' Domenico Scilipoti, pronto a non votare il provvedimento se il testamento biologico dovesse rimanere non vincolante, come è previsto ora. All'ultima capigruppo, proprio con un occhio al calendario, le opposizioni, Udc compresa, avevano bocciato la richiesta della maggioranza di anticipare la discussione ddl. Ma dopo le polemiche da parte di Pdl e Lega, intenzionati per primi a chiedere l'inversione dell'odg, il leader dell'Udc ha fatto marcia indietro, e oggi è appunto lo stesso Casini a chiedere all'Aula di esprimersi sull'ordine dei lavori.
Richiesta che, numeri alla mano, sarà accolta, nonostante le continue proteste di democratici e dipietristi. In ogni caso, tra i deputati c'è scetticismo sulla possibilità di chiudere entro la settimana. La previsione è quella di votare oggi almeno le pregiudiziali di costituzionalità, e domani, dopo un primo passaggio del Def, la richiesta di sospensiva avanzata dal Pd. Non ci sarebbe, insomma, il tempo per esaminare anche gli emendamenti, a meno che, ipotesi ventilata in queste ore, non si prolunghino i lavori a venerdì.
La linea della maggioranza, comunque, ha sottolineato il relatore, Domenico Di Virgilio, resta quella di sempre: arrivare «al più presto» all'approvazione di un testo che «non è per niente ideologico, non ha alcuna valenza politica ed è atteso da due anni». Su posizioni opposte le opposizioni: i democratici continuano a puntare il dito contro la maggioranza, colpevole di usare il testo per fini elettorali, così come l'Idv («assistiamo - dice Antonio Palagiano - alla corsa a chi si genuflette meglio»). Ma anche Fli resta scettica e, come spiega Benedetto Della Vedova, valuta comunque «irragionevole accelerare per fare campagna elettorale sulla pelle dei malati». Intanto oggi si saprà quanti degli oltre 2000 emendamenti, oltre l'80% presentati dai Radicali, avrà passato il vaglio dell'ammissibilità da parte degli uffici di Montecitorio.
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