Biotestamento, «ossessione eutanasia»

Conclusa a Montecitorio la discussione sul biotestamento. E l'aula si prende un mese di tempo per metabolizzarla: il voto finale è previsto ad aprile. Ma un'intesa tra gli schieramenti resta lontana.
Il Pd, per bocca di Rosa Calipari, ha parlato di legge «irragionevole e anticostituzionale». IdV ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità: il testo Calabrò violerebbe l'articolo 32 della Carta che pone limiti rigorosi all'obbligo di trattamenti sanitari. Prosegue il sit in dei Radicali sul piazzale di Montecitorio: slogan contro gli «aguzzini coi sondini», un cappio fatto con un sondino. Beppino Englaro, ieri alla conferenza stampa dipietrista, ha ribadito la sua contrarietà al testo: «C'è una maledetta ossessione sull'eutanasia, che non ha niente a che fare con tutto questo». Il padre di Eluana, la giovane donna morta due anni fa per l'interruzione della nutrizione artificiale dopo 17 anni di coma, ha spiegato: «Non voglio essere vittima sacrificale del non potere dei medici né vittima del conflitto di poteri del Parlamento».
Ma al di là dell'impatto negativo nella società (cittadini, associazioni, medici chirurghi, anestesisti, amministrazioni che hanno istituito il registro del biotestamento) il nodo principale è tutto interno al PdL. Passato l'entusiasmo, quando diversi parlamentari del centrodestra raccontavano di aver ricevuto pressioni per votare il ddl a pena di mancata ricandidatura, Berlusconi sembra di nuovo distaccato.
Il segnale del rompete le righe è arrivato da giorni sul Foglio, guidato dallo stesso Giuliano Ferrara e da Sandro Bondi. Ieri il quotidiano ospitava un appello bipartisan contro il testo «illiberale» firmato da Bondi, Manconi, Calderisi, Versace, Pecorella, Sandra Zampa, Mazzuca, Ferruccio Saro.
Sintomi del malessere nella maggioranza, dove il sostegno alla linea intransigente Sacconi-Roccella si fa più sfumato. Esponendo la maggioranza al rischio di fuoco amico in caso di voti segreti, tutt'altro che improbabili su questioni di coscienza.
Per ora, poi, non è riuscito il tentativo di spaccare il (fragile) Pd sul tema: i cattolici, compreso Fioroni, hanno detto che non voteranno il testo così com'è. Il sentiero però è stretto, e Di Pietro ha avuto buon gioco a stanare «l'ipocrisia dei partiti che lasciano libertà di coscienza». Al momento l'impressione è che per il testamento biologico la parola fine sia ancora lontana.
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