Bindi sbaglia. Io difendo la Bonino

In queste ore la salute di Emma Bonino, donna appassionata e fragile, si sta aggravando. Una vita di battaglie testimoniate anche con il proprio corpo, la rende particolarmente esposta alle conseguenze della mancanza di cibo e di una normale idratazione. Spero con tutto il cuore che la situazione si sblocchi. IlPartito democratico sta operando in questa direzione. Pier Luigi Bersani si è comportato in modo molto serio.
Tuttavia la decisone della Bonino, candidata di un'ampia coalizione per la presidenza della
Regione Lazio, ha suscitato più di un commento politico. L'obiezione che, in modo civile, qualcuno ha sollevato riguarda il pericolo che così facendo Emma Bonino ritorni dentro un cliché minoritario, d'estremismo radicale, sottomesso alle logiche del suo partito; perdendo quel profilo espansivo di donna competente, di governo, ferma nei valori ma pacata, misurata, pragmatica. Non sono d'accordo.
Certo lo sciopero della fame e della sete è uno strumento tipico della lotta radicale, della storia e del vissuto di quel partito. E un metodo che può apparire solitario ed estremo. Ma anche ad esso dobbiamo tante conquiste civili e di libertà che hanno migliorato e arricchito la Repubblica.
Ma poi, la vera, questione riguarda il merito della battaglia, più che il metodo. Il merito non ha nulla di partitico, di fazioso; non si riferisce a interessi particolari, a poltrone, a posizioni di potere, o a crociate ideologiche unilaterali. Tutte cose che nutrono ampiamente la politica di cui ci cibiamo. Anzi: la Bonino pone la questione delle regole, del funzionamento della democrazia, della possibilità dei singoli cittadini di essere informati proprio in quanto cittadini e non animatori di lobby.
C'è nella denuncia qualche elemento eccessivo? Pazienza: se sono in gioco lo stato di diritto e quella "religione" della Repubblica, oggi così indifesa sotto i colpi dei più forti, dei più furbi, dei più ricchi, i quali spesso dimenticano che il rispetto delle minoranze, fa grande una democrazia.
Accanto, però, a obiezioni intelligenti e comunque politiche, sono apparse sulla stampa affermazioni polemiche francamente offensive: Emma Bonino avrebbe addirittura tradito il
mandato della coalizione; a conferma di una candidatura sbagliata, stravagante, sleale. In particolare Rosy Bindi ha voluto esternare queste critiche, senza smentirle nelle ore successive.
Il mio sentimento va in una direzione completamente opposta: non mi sento affatto tradito da una battaglia che certamente ha lo scopo anche di aiutare il Partito radicale a presentarsi
in tutte le regioni, ma che ha, vivaddio, al centro valori, passioni e idee alte e che aiuta un po` tutti a respirare l'aria di una buona politica.
Mi sento molto più tradito (e quanta indulgenza abbiamo invece in questi casi!) per un dilagare, in qualche situazione, al di là della decenza: di pratiche politiche particolaristiche, di lotte furibonde attorno alle liste, di campagne per le preferenze che hanno inondato le nostre città di facce con i simboli di partito, ben prima che si decidessero le liste nelle sedi collettive e democratiche.
Per questo, dico, teniamoci la Bovino ben stretta, e cerchiamo di far pulizia di certi comportamenti che talvolta ci fanno somigliare ai nostri avversari.
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