Bertone: si vuole minare la fiducia nella Chiesa

«La Chiesa ha ancora una grande fiducia da parte dei fedeli, solo che qualcuno cerca di minare questa fiducia». Il cardinale Tarcisio Bertone ha l'aria serena e punta l'indice al cielo, «ma la Chiesa ha con sé un aiuto speciale dall'alto», sorride. Però non la manda a dire, il tono del Segretario di Stato vaticano è secco.
La Santa Sede prosegue l'«operazione trasparenza» annunciata all'Onu dall'arcivescovo Silvano Tomasi, conferma che la lotta alla pedofilia è una «priorità di tutte le istituzioni ecclesiali» e che gli abusi non possono avere «nessuna scusa». Ma respinge al mittente gli «attacchi», «l'accanimento» contro lo stesso Papa di cui parlava padre Lombardi e i «tentativi di screditarla», titola oggi l'Osservatore Romano: «È una cosa che colpisce: proprio mentre la Chiesa fa i conti con la sporcizia come nessun'altra istituzione, seguendo una linea che il Santo Padre ha voluto da sempre, c'è chi tenta di fare d'ogni erba un fascio e presentarla come fosse un club di pedofili. Eh no...», sbotta il direttore, Giovanni Maria Vian.
Del resto, ieri la Santa Sede ha diffuso l'intervento pronunciato a Ginevra dal suo osservatore permanente all`Onu: «L'abuso sessuale sui minori è sempre un crimine odioso". A questa inequivocabile condanna della violenza sessuale contro i bambini e i giovani, Papa Benedetto XVI, ha aggiunto la dimensione religiosa: è anche un "grave peccato" che offende Dio e la dignità umana», ha esordito l'arcivescovo Tomasi. «L'integrità fisica e psicologica del bambino è violata con conseguenze distruttive. Alcuni studi mostrano che i bambini vittime di abuso hanno maggiore probabilità di andare incontro a gravidanze precoci, di divenire senzatetto, tossicodipendenti e alcolisti. Il male commesso contro questi piccoli spesso li stimmatizza per tutta la vita». Un intervento importante, tanto più alla vigilia della lettera che Benedetto XVI ha scritto ai fedeli irlandesi. Tomasi spiega che «la comunità cattolica prosegue i suoi sforzi per affrontare con determinazione il problema», che i sacerdoti colpevoli vengono «immediatamente sospesi» e «trattati secondo le norme del diritto canonico e civile». Processi canonici, collaborazione con le autorità dello Stato. E «misure concrete» per «garantire assistenza a vittime e famiglie», vigilanza e «misure legali» per assicurare che «i bambini e i giovani nelle scuole o istituzioni siano al sicuro», una «prevenzione» che riguarda «la scelta del personale» come la selezione nei seminari.
Certo, un confessore «non può che assolvere» un pedofilo «se il pentimento è sincero», ha detto Gianfranco Girotti, vescovo reggente della Penitenzieria Apostolica. Ma questo «vale per ogni peccato, anche un omicidio» e riguarda «solo la coscienza», non l'esterno, «l'assoluzione non lo esime dal pagare le sue colpe davanti alla Chiesa e allo Stato». Anche se il confessore non può denunciare («per chi viola il segreto c'è la scomunica») né chiedere al colpevole di costituirsi, «se lo facessimo, non verrebbero più a confessarsi». Resta la «tolleranza zero», sperimentata anche dai Legionari di Cristo: ieri si è conclusa la prima fase dell'indagine sulla congregazione - 8 mesi, cinque ispettori vaticani a setacciare 120 comunità nel mondo dopo le numerose testimonianze di abusi sessuali ai danni di seminaristi commessi dal fondatore Marciai Maciel Degollado, costretto a «ritirarsi» nel 2006 e morto nel 2008, prima che saltassero fuori pure un'amante e una figlia. Ci vorranno mesi per la «sentenza», ma salteranno molte teste e ci sarà una robusta riorganizzazione, si è ipotizzata perfino la condanna all'oblio di colui che i Legionari definiscono «Nostro Padre».
«E' evidente che la fiducia nelle istituzioni è molto calata, anche nella Chiesa», diceva ieri il cardinale Bertone in visita a Confindustria. «Recuperiamola con un senso alto di moralità, ognuno secondo le proprie responsabilità».
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