Bersani: legge elettorale, basta chiacchiere

Bersani non si scoraggia: «Datemi una maggioranza che sia disposta a cambiare questa legge elettorale che poi la legge nuova si fa». Le pastoie, i veti, gli interessi contrapposti sulla riforma elettorale non lo spaventano. Né prende sul serio il "no" della Lega: «Calderoli non le ha sempre azzeccate tutte; ha fatto una legge e poi ha detto che era una porcata. Vedremo nelle prossime settimane». Ma una cosa al segretario del Pd non va giù, e cioè che alcuni - soprattutto l'Udc ma anche i finiani - parlino, parlino e poi non concludano: «Ci vuole una maggioranza disposta a cambiare questa legge non solo a parole».
Tuttavia il ministro della Semplificazione, Calderoli (che di questa legge è stato l'autore) «esclude che ci sia una maggioranza parlamentare per rivedere la legge. Oltretutto la legge elettorale oltre alla rappresentatività democratica deve garantire l'imprevedibilità e il "porcellum" ha fatto vincere una volta la sinistra e un'altra la destra. Non favorisce nessuno a priori - giura il ministro leghista - a differenza di altre proposte che vedo girare in questi giorni». La sfida sulla riforma del voto è tutta aperta. Sull'assurdità del"Porcellum" - che consente un Parlamento di"nominati" dal leader del partito - in molti concordano. Anche nel Pdl ci sono voci dissonanti rispetto all'ordine di scuderia, cioè "non si cambia nulla".
Domenico Nania, ex capogruppo di An e ora vice presidente del Senato, apre alle preferenze oppure alle primarie per legge. Salvatore Tatarella, eurodeputato, finiano, aderisce all'appello per l'uninominale: «Non vedo l'ora che il Porcellum sia cancellato e ai cittadini restituito il diritto-dovere di scegliere i propri rappresentanti». Convinto della necessità di modifica è Francesco Rutelli, il leader dell'Api: «Tutto è meno peggio del Porcellum». Anche se boccia il Mattarellum, «che non risolverebbe il problema di restare ostaggio dei piccoli partiti», e indica nel «sistema tedesco con collegi uninominali la proposta migliore». «In Parlamento devono sedere gli eletti e non i nominati, anche la Lega come il Pdl difende la casta», attacca Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera. Emma Bonino e i Radicali lanciano un'associazione per l'uninominale e su internet (www.uninominale.it) raccolgono firme, spiegando in un appello che una nuova legge è importante perché riguarda «la qualità dell'ambiente in cui viviamo». Fabio Rampelli, ex An, avverte di «stare attenti ai furbastri che spacciano il sistema maggioritario come una panacea quando si tratta di un metodo oligarchico». Prudente anche il finiano Fabio Granata: «Bisognerà fare una riflessione». Critico con il suo partito, il Pd è Arturo Parisi: «Se si dice che il segretario Bersani medierà tra le varie proposte, chi rappresenterà la posizione del Pd?».
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