Bersani: per finanziare la Cig tassa del 2% per i più ricchi

Una riforma del fisco che si può fare subito, per sostenere la cassa integrazione. Il Pd rilancia la tassa per
i ricchi, servirà ad allungare la Cig da 12 a 24 mesi e a fronteggiare gli effetti della crisi sull’occupazione. Togliere ai benestanti per dare qualcosa in più a chi ha perso il lavoro, alle fasce deboli. Sarebbe un’una tantum sui redditi oltre i 200 mila euro. I12 per cento nel2010 e nel 2011. Farebbe salire l’aliquota marginale al 45 per cento. "Colpirebbe" il 7 per cento della popolazione per un incasso di 300 milioni.
La proposta è stata inserita in un emendamento presentato dal democratico Cesare Damiano. Il contributo di solidarietà viene rilanciato dal Pd dopo la bocciatura incassata un anno fa. Ma oggi la crisi morde con più forza sul lavoro e il governo deve prenderne atto. Il vicesegretario Enrico Letta ha coordinato ieri un seminario sulla crisi con le parti sociali. Ha polemizzato con il centrodestra. «Fini e Berlusconi si chiudano in una stanza ma non per gestire le quote dì Forza Italia e di An nel Pdl. Si occupino dei problemi veri, si trovino a quattr’occhi per discutere la riforma del fisco».
Se le iniziative fossero serie e responsabili, «saremmo disponibili a dialogare con il governo». L’idea della tassa sui ricchi è stata già bocciata dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi che sta lavorando a una sua riforma degli ammortizzatori sociali. «Mentre noi aspettiamo lui - attacca però Francesco Boccia - il cassintegrato non ha i soldi per fare la spesa». Il governo ha qualche dubbio sulla reale copertura del provvedimento, ma il Pd è pronto ad approfittare delle divisioni nella maggioranza e dell’iniziale adesione al progetto di alcuni parlamentari Pdl.
Per andare oltre la recessione, il Partito democratico ha anche varato un decalogo di provvedimenti. E sulla pubblica amministrazione lo scontro ha superato il livello di guardia. «Brunetta è stanco, non lavora più. E non si vedono gli effetti dei suoi tanti annunci». Risponde il ministro della PA, con toni durissimi: «Letta è penoso. Non si è accorto che la riforma già funziona, i cittadini lo sanno». Nelle proposte del Pd il no alla marcia indietro sulle liberalizzazioni, le misure per tutelare anche le piccole imprese i contratti a tempo determinato, l’accelerazione dei pagamenti dello Stato verso le imprese, il piano di piccole opere pubbliche. «Siamo anche disposti a sederci a un tavolo per discutere un serio progetto di tagli alla spesa pubblica», dice Letta. A patto che non si segua la strada degli tagli lineari.
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments