Bersani ai radicali: insieme contro il populismo

Riforme, partito e alleanze. Il segretario dem Pier Luigi Bersani parla a Chianciano al congresso dei radicali e presenta la sua proposta per strutturare «l`alternativa» in «una larga alleanza democratica». L`ex ministro parte dal ddl Pdl-Lega sui processi brevi. «Inaccettabile», lo definisce, e a rischio «di incostituzionalità». Una bocciatura che suscita la replica di maniera di Capezzone, radicale di formazione ma oggi portavoce del Pdl, che parla di resa a Di Pietro. «La questione è serissima, siamo pronti a dare battaglia», si inalbera Bersani. «Abbiamo delle norme che discriminano i cittadini di fronte alla legge con il solo fine di risolvere i problemi del premier, non quelli del paese». Anche sulla proposta della maggioranza di reintrodurre, con legge incostituzionale, l`immunità parlamentare, l`ex ministro chiude la porta: «Non è un terna da porre adesso». A differenza, invece, della riduzione del numero dei parlamentari, del superamento del bicameralismo perfetto, della riduzione dei costi della politica, punti centrali di quella grande riforma istituzionale che Bersani tiene ferma sul tavolo. Anche se la priorità adesso è «mettere i soldi nelle tasche di chi spende» e rilanciare «una politica dei redditi». L`azione di Bersani si concentrerà, nelle prossime settimane, sui temi economici e sull`organizzazione del partito, a cui è pronto a dare «solidità». Al netto delle «caricature» di chi lo raffigura come colui che traghetterà il Pd su sponde socialdemocratiche, e delle battute del sindaco di Torino Chiamparino che lo rimprovera, invece, «per essersi lasciato cucire addosso l`immagine del vecchio», il nuovo segretario del Pd promette sorprese. E lo fa attingendo dall`immaginario veltroniano («Non farò le figurine Panini del campionato di 15 anni fa») ma senza rinunciare alla parola «sinistra», per concludere in perfetto bersanese: «Darò gambe al sogno». L`ex ministro si sintonizza, attraverso Gandhi, Montesquieu e Stefano Cucchi, sulle suggestioni simboliche (e valoriali) del dibattito congressuale mentre Pannella ruggisce contro «le degenerazioni della partitocrazia». E proprio sulla necessità di evitare «che il processo democratico possa prendere una curvatura populista», fa leva il segretario dem per aprire «un canale di confronto» coni radicali. Senza rappresentanza parlamentare in Europa e senza un gruppo autonomo nel parlamento italiano, potrebbero essere loro «la gamba» laica e liberale di cui il Pd ha bisogno.
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